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Next Generation Ue, regia toscana per i fondi

Proposta del presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo e dei presidenti di Anci e Upi Matteo Biffoni e Luca Menesini per il Next Generation Ue

Istituzioni, parti sociali e terzo settore insieme per decidere come usare i fondi del Next Generation Ue, cioè il programma di finanziamento europeo per supportare gli investimenti. A proporre il tavolo toscano per gestire i fondi, per i quali la Toscana avrà "una disponibilità aggiuntiva di 12-14 miliardi di euro", sono stati il presidente del Consiglio regionale della Toscana Antonio Mazzeo, il presidente di Anci Toscana e sindaco di Prato Matteo Biffoni e il presidente di Upi Toscana e della Provincia di Lucca Luca Menesini.

“Sarà una occasione irripetibile non tanto per noi, ma per il futuro dei nostri figli perché abbiamo davvero la possibilità di sciogliere alcuni nodi fondamentali della Toscana, a cominciare dalle infrastrutture. Per questo penso che sia non solo doveroso, ma anche utile che il Governo nazionale ascolti chi la Toscana la conosce e sa cosa c’è da fare”, ha detto Mazzeo. 

L'idea, spiegano è quella di costituire una regia a livello toscano per la gestione dei fondi Ue che arriveranno a partire dal 2021

“Credo che sia necessario – ha detto Mazzeo – dare alla Toscana la possibilità di indicare le priorità di intervento. E questo si potrà fare se saremo in grado di mettere in campo un vero e proprio Patto per la Toscana di Domani. Un luogo dove, assieme al Presidente Giani, al Consiglio Regionale, anche i nostri sindaci e i nostri presidenti di Provincia assieme ai rappresentanti del mondo produttivo e del mondo del lavoro e del Terzo Settore, si possa scrivere insieme sia gli obiettivi, sia i percorsi, e cioè modi, tempi e risorse, per raggiungerli”.

Alla luce dei danni provocati dalla pandemia e del Recovery Plan che "si presenta come un piano che dovrà ricostruire le strutture fondamentali della nostra economia", ha aggiunto Menesini, "è indispensabile che vi sia un coinvolgimento degli enti locali e delle Province come luoghi di raccordo e coordinamento delle priorità dei singoli comuni e di sostegno, anche tecnico, di quelli più piccoli, ad esempio attraveso stazioni uniche appaltanti nelle province”.

Insomma, non si può far "calare dall'alto" le decisioni, ha spiegato ancora Biffoni: "Utilizzare le conoscenze e le relazioni che gli amministratori locali hanno coi territori che amministrano è la strada più veloce e più sicura affinché le risorse che arriveranno dalla Ue siano utilizzate davvero efficacemente”.