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"Tetraplegica dal parto, la Regione paghi le cure"

Il consigliere M5S Quartini sul caso di una tredicenne del senese: "Riconosciuto in Cassazione il diritto alle cure a spese del servizio sanitario"

Andrea Quartini

Il Movimento Cinque Stelle toscano, per voce del consigliere Andrea Quartini, ha presentato un'interrogazione sul caso di una tredicenne di Colle Val d'Elsa il cui caso è finito anche sulla cronaca nazionale. "Matilde Biancamano - ha spiegato il consigliere - è una ragazza di tredici anni tetraplegica per un'asfissia neonatale".  Un calvario che, si legge nel testo dell'interrogazione depositata il 24 ottobre, ha portato la famiglia ha ottenere in prima battuta un risarcimento per "l'errore medico" commesso in sede di parto. 

Il terreno di scontro, però, è diventato un altro e cioè il pagamento delle cure per la piccola, possibili solo all'estero, nello specifico negli Stati Uniti, in Florida. "Diverse sentenze - ha ricordato il consigliere interpellato da ToscanaMedia QUInews - hanno riconosciuto a Matilde il diritto di essere curata a spese del servizio sanitario nazionale".

Dopo un primo ciclo di cure, "improvvisamente, però, la Asl muta direzione e nega il rimborso relativo alle spese per il secondo ciclo di terapia". E' qui che la vicenda della piccola Matilde si incaglia: "Da quello che ci risulta - spiega Quartini - la Regione non ha ancora provveduto al pagamento delle spese rifiutandosi di ottemperare anche a un'ordinanza della Cassazione dello scorso 29 aprile. Perché questo accanimento disumano? Quando la Regione e la Asl provvederanno al pagamento delle spese necessarie alla cure? E' su questo che vogliamo una risposta". 

Sul caso e sulle notizie diffuse dagli organi di stampa, è intervenuta anche la Asl Toscana Sud Est con una nota. "Pur comprendendo la delicatezza umana della vicenda, l’Azienda sanitaria intende chiarire che garantisce a tutti i cittadini il diritto alla salute". Nella stessa nota si legge che "pertanto, non sono state negate cure che, nel caso specifico, possono essere fatte in Italia come da pronunciamento del Centro regionale pertinente, cui spetta il rilascio dell’autorizzazione". La Asl fa anche presente di aver "onorato le sentenze". “In considerazione della complessità di quanto rappresentato dalla famiglia sulla stampa e della dolorosa vicenda che sta attraversando - ha detto il direttore generale Antonio D’Urso - sono disponibile a un incontro con l’avvocato che chiarisca la posizione dell’Azienda e verifichi le possibili soluzioni”.