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Sollicciano, una donna al centro dell'inchiesta

Le indagini su due episodi di tortura avvenuti in carcere si basano su intercettazioni ambientali e video delle telecamere di sorveglianza interne

La Procura di Firenze ha svolto un'inchiesta che ipotizza torture all'interno del carcere di Sollicciano ai danni di  due detenuti. L'indagine coinvolge otto agenti, fra cui una donna. Tre sono agli arresti domiciliari e sei sono stati interdetti per un anno dai pubblici uffici e sottoposti all'obbligo di dimora.

Al centro dell'inchiesta ci sono due presunti episodi di pestaggio avvenuti su un detenuto italiano e su un altro di origine marocchina, avvenuti a due anni di distanza uno dall'altro.

Le accuse ipotizzate dalla procura sono tortura e falso ideologico in atto pubblico. I fatti risalgono agli anni compresi fra il 2018 e il 2020. Le indagini, condotte dal nucleo investigativo della stessa polizia penitenziaria, si sono avvalse anche di intercettazioni ambientali.

Sulla vicenda è intervenuta l'assessora alle politiche sociali Serena Spinelli: "Se l'ipotesi investigativa venisse confermata si tratterebbe di fatti assolutamente inaccettabili che condanniamo con la massima fermezza. La Regione Toscana seguirà con attenzione i prossimi sviluppi giudiziari e, per quanto di nostra competenza, ci impegneremo affinché le carceri toscane garantiscano una detenzione dignitosa e la riabilitazione dei detenuti, nel rispetto della Costituzione e delle norme vigenti che prevedono il recupero della persona e non la mera detenzione punitiva. Le carceri non devono essere mai luoghi di violenza e sopraffazione".