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Migliaia di famiglie toscane a rischio sfratto

La maggior parte delle cause è la morosità di nuclei che non ce la fanno più a pagare gli affitti. Eseguiti 250 sfratti con forza pubblica al mese

Cinquemila sfratti con forza pubblica pendenti e un ritmo di esecuzione di 250 sfratti al mese soprattutto per morosità: sono i dati del disagio abitativo in Toscana forniti da Cgil e Sunia che hanno lanciato l'allarme casa nel corso di un incontro con i candidati toscani a Camera e Senato per le elezioni politiche del 25 Settembre prossimo.

Secondo le stime dei sindacati, che hanno analizzato i dati relativi ai primi mesi del 2022, la Toscana sul fronte casa e affitti scivola verso l'emergenza, con un alto numero di richieste di sfratto diffuse su tutto il territorio regionale. Gli sfratti con forza pubblica erano stati sospesi nel periodo più acuto della pandemia da Covid-19 e così sono rimasti per un anno e mezzo circa.

Dal primo Gennaio 2022 però sono ripartiti, trovando le famiglie toscane in grave difficoltà a far fronte ad affitti che assorbono metà del bilancio domestico (il 49% in media), tanto che il 98% delle procedure di sfratto pendenti sono per morosità. Ai circa 5.000 sfratti pendenti da inizio 2022 in Toscana si sommano i 5.500 rimasti da eseguire dopo il blocco in periodo di emergenza pandemica.

Secondo i dati di Cgil e Sunia sono 175.000 le famiglie toscane in crisi abitativa e tra loro il 30% sono composte da lavoratori dipendenti, il 15% da persone che non hanno un lavoro stabile, il 23% da commercianti e partite Iva. La morosità dunque non coincide con situazioni di disoccupazione. Non necessariamente. E' la spirale innescata dal caro bollette, dall'inflazione e dalla crisi Covid a strozzare le famiglie.

Gli alloggi di edilizia popolare pubblica (Erp) sono in numero maggiore rispetto alle assegnazioni, e i sindacati ne contano 3.600 sfitti in Toscana. Ma la morosità colpisce anche su quel fronte: nel corso del 2021 e nei primi 6 mesi del 2022 la morosità per affitti e soprattutto per le spese condominiali sta crescendo oltre i limiti fisiologici attestandosi in media oltre il 14% contro il 4% degli anni precedenti.