Attualità

Tubo rotto, fiume sul lungarno, incubo Torrigiani

Chiuso per ore il lungarno Cellini dopo la rottura di una conduttura che ne ha causato l'allagamento. Poco distante il lungarno sprofondato nel 2016

Foto Facebook Gloria Gabellini

La paura è stata tanta e che il pensiero corresse a quel 25 maggio di un anno e mezzo fa, quando il vicino lungarno Torrigiani fu inghiottito da una voragine apertasi a pochi passi dal Ponte Vecchio, era inevitabile. Stavolta a essere invaso dall'acqua è stato il lungarno Cellini, zona San Niccolò, poche centinaia di metri prima del Torrigiani. Colpa di un tubo in ghisa che nel tardo pomeriggio di ieri si è rotto a una profondità di circa due metri. Le ripercussioni del danno sono state avvertite in particolare nelle case dell'Oltrarno e hanno comportato forti disagi nell'erogazione dell'acqua e del gas. 

I tecnici di Publiacqua, l'azienda che gestisce l'erogazione dell'acqua, sono entrati subito in azione ma il lavoro si è presentato subito molto complicato proprio per la presenza di altre condutture oltre a quelle dell'acquedotto. Da qui la decisione di blindare completamente il lungarno, vietando il traffico non solo alle auto e ai bus ma anche ai pedoni. Per il momento la previsione è di riaprire intanto una carreggiata sul lato dell'Arno entro stasera. 

Il sindaco di Firenze Dario Nardella, che si è recato sul posto per seguire i lavori e constatare di persona i danni, ha precisato che "c'è stata molta paura ma questa volta la situazione è molto diversa da quella che abbiamo visto con il lungarno Torrigiani". In ogni caso il sindaco ha bollato l'evento come "ordinario che fa parte degli incidenti che riguardano le reti idriche di tutte le città del mondo: quando hai una tubatura vecchia, è ovvio che il rischio di una rottura può determinarsi".