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Voragine il giorno dopo, nel mirino Publiacqua

Per il Comune tra la chiusura delle tubazioni e la voragine c'è correlazione. Publiacqua sostiene che non ci sia un collegamento tra gli eventi

Il fiume d'acqua la notte prima del crollo che ha inondato il lungarno Torrigiani, poi la conseguente chiusura delle tubazioni da parte dei tecnici di Publiacqua, l'azienda che gestisce la rete idrica a Firenze, e il crollo della strada. Queste le tappe del disastro al vaglio di Palazzo Vecchio.

Della correlazione ne è convinto l'ingegnere Giacomo Parenti, direttore generale del Comune di Firenze, che di prima mattina ha già fatto un sopralluogo nella zona rossa a due passi da Ponte Vecchio e gli Uffizi dove si è aperta la voragine. "Sicuramente in due eventi non possono che essere collegati", ha detto Parenti.

La ferita di duecento metri in lungarno Torrigiani è sempre aperta, ma le cose stanno piano piano tornando alla normalità: le macchine sono state rimosse e i residenti sono tornati nelle proprie case.

La posizione del Comune, quindi, non cambia. C'è qualcosa che non ha funzionato nella notte tra il 24 e il 25 maggio, quindi "l'errore umano" ipotizzato dal sindaco Dario Nardella resta nella linea dell'amministrazione. 

Mentre per Publiacqua invece la correlazione attualmente non c'è. Senza verifiche puntuali siamo nel campo "dell'imponderabile", sottolinea Francesco Criscione, responsabile investimenti di Publiacqua.

Ora si aspetta il verdetto dei sondaggi del Genio civile.