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Appalti ferrovie, 600 toscani in attesa della cig

I lavoratori degli appalti ferroviari toscani si sono radunati davanti alla prefettura di Firenze per chiedere l’erogazione del sostegno al reddito

I sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti, Ugl, Fast e Orsa hanno radunato i lavoratori degli appalti ferroviari toscani delle aziende Boni, Coopservice, Dussmann, Miorelli, Mr Job, Profer, Rekeep per un presidio davanti alla prefettura di Firenze "Per la difesa del lavoro, per manifestare il prolungato disagio economico e per chiedere l’erogazione in tempi certi e rapidi delle prestazioni di sostegno al reddito".

L’impatto del lockdown sul settore degli appalti ferroviari di pulizie, logistica, manutenzioni e assistenza disabili ha costretto le società del settore a richiedere l’attivazione degli ammortizzatori sociali a causa della riduzione dei servizi erogati dalle società committenti facenti parte del Gruppo Fs. "La maggior parte degli oltre 600 addetti toscani del settore sono ancora in attesa della cassa integrazione da parte dell’Inps che, ad oggi, non ha ancora provveduto ad erogare il dovuto ai lavoratori, i quali devono sostenere se stessi e le proprie famiglie. Una situazione inaccettabile" hanno spiegato le sigle sindacali che da tre anni attendono il decreto di emanazione delle tabelle di costo del lavoro, da parte del Ministero del Lavoro.

"A rendere lo scenario ancora più critico - hanno aggiunto - sono state le modifiche introdotte dal DL 34/2020 (Rilancio) al DL 18/2020 (Cura Italia), che avrebbero dovuto assicurare i pagamenti ai lavoratori entro un mese e mezzo dalle richieste inoltrate dalle società, prevedendo la possibilità per il datore di lavoro di imprese plurilocalizzate di anticipazione delle integrazioni salariali, circostanza alquanto improbabile per mancanza di liquidità. I tempi di erogazione dell’intero ammontare della prestazione, cioè l’anticipazione da parte dell’Inps calcolata sul 40 per cento delle ore autorizzate nell’intero periodo, non garantiscono soprattutto le famiglie monoreddito, esponendo i lavoratori a richiedere prestiti per raggiungere il fine mese e non sempre concessi".