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Covid, 2000 imprese chiedono la deroga per aprire

La Prefettura di Firenze ha reso noto di aver ricevuto 2000 comunicazioni dalle imprese chiuse dal decreto. In sette casi l'istanza è stata respinta

foto di repertorio

A dieci giorni dalla entrata in vigore delle disposizioni emergenziali che hanno disposto la sospensione fino al 13 aprile delle attività produttive e commerciali ritenute non essenziali, sono pervenute alla Prefettura di Firenze circa 2.000 comunicazioni da parte di imprese che, non rientrando già tra quelle consentite, chiedono di poter proseguire l'attività in quanto inserite in modo funzionali a filiere che invece devono o possono proseguire la produzione, o a servizi essenziali o di pubblica utilità, ovvero operano a ciclo continuo la cui interruzione comporta grave pregiudizi per gli impianti o pericolo di incidenti.

A Palazzo Medici Riccardi le comunicazioni già esaminate sono 1200 e in sette casi non sono state accettate: il prefetto ha così firmato sette provvedimenti di sospensione delle attività, motivandoli nella maggior parte dei casi con la mancata dimostrazione della funzionalità dell'attività svolta rispetto alle filiere produttive consentite dal decreto del governo.

Il prefetto ha raccomandato la corretta formulazione delle comunicazioni poiché "molte pervengono in modo errato o incompleto così da rendere ancora più complessa la verifica dell'apporto della singola attività, al fine di assicurare la prosecuzione della filiera produttiva indicata che non sempre è di agevole ed immediato riscontro".

In queste attività la prefettura si avvale del supporto di un Gruppo di consultazione composto dalla C.C.I.A.A. ed attraverso essa delle categorie economiche, della Città Metropolitana, della Guardia di Finanza, dei Vigili del Fuoco e dell’Ispettorato del Lavoro con il N.I.L. dell’Arma dei Carabinieri, nonché della collaborazione delle organizzazioni sindacali, attraverso incontri periodici in videoconferenza.