I lavoratori Ataf sono tornati a sventolare bandiere e a chiedere di essere ascoltati in un presidio sotto la sede dell'azienda di trasporti fiorentina. Motivo della protesta, ancora, il contratto nazionale e le garanzie economiche al termine di un anno complicato in modo inimmaginabile dalla pandemia di Covid-19 che ha rivoluzionato turni e modo di lavorare, anche in dipendenza dalle disposizioni dei vari Dpcm governativi e delle regole regionali.
Per non parlare, è cronaca degli ultimi giorni, dei nuovi cantieri che hanno già rimesso in subbuglio il traffico e i parcheggi in un nodo strategico e sensibile come quello della Fortezza (vedi articoli collegati).
Queste le ragioni della protesta diffuse dalla Rsu aziendale in una nota: "la contrattazione è ferma da troppo tempo e il CCNL scaduto da tre anni; il contratto di secondo livello di Busitalia scaduto da tre anni; i lavoratori in distacco “temporaneo” aspettano garanzie sul futuro; in Ataf non ci sono certezze economiche sul 2020 e forse nemmeno sul 2021; la retribuzione integrativa degli assunti dopo dicembre 2000 (AP) ha una tabella che non prevede le assenze da pandemia e che va aggiornata per non penalizzarli ingiustamente; c’è la mancata integrazione salariale della quota del Fondo Bilaterale di Solidarietà; a bordo non si incassa più l’aggio sui biglietti; da troppo tempo il livelli salariali sono fermi mentre il costo della vita avanza senza sosta".
Da qui la richiesta a Regione, Comune e azienda "di intervenire con garanzie precise!", conclude la Rsu