I sacchi rossi per la raccolta dei rifiuti Covid continuano a far tribolare il vicinato e soprattutto i social visto che la zona rossa impedisce discussioni in strada e favorisce, invece, il dibattito virtuale.
Ne sanno qualcosa gli amministratori dei Gruppi Facebook di vicinato che temono la rissa verbale appena compare la foto di un sacchetto disteso sul marciapiede. La speranza che la tolleranza e la comprensione per la condizione di residente contagiato possano spuntarla viene presto abbandonata davanti all'evidenza dei commenti che si moltiplicano.
Il tenore è quello dell'accusa rivolta in sequenza a chi lascia i sacchetti in strada e successivamente a chi non li raccoglie immediatamente.
A distanza di mesi dall'inizio della pandemia, avere "una famiglia positiva" all'interno del condominio rappresenta un problema perché significa "ritrovarsi alla porta" quei sacchi rossi.
C'è chi non ne tollera assolutamente la presenza in strada tanto da invitare i residenti a gettarli nei cassonetti della raccolta indifferenziata o a tenerseli in casa fino all'ultimo istante utile.
Dalla lettura dei social emerge una grande confusione in merito alla al sistema adottato per raccogliere i rifiuti dei pazienti Covid che si trovano presso il loro domicilio anziché nelle strutture ospedaliere.
I rifiuti devono essere raccolti in almeno due sacchi neri generici che devono essere inseriti all'interno del sacco rosso da chiudere con una apposita fascetta e deve essere lasciato in strada davanti al civico nelle sere in cui si svolge la raccolta porta a porta. Questo perché la raccolta avviene presso il domicilio segnalato dal Comune ad Alia servizi ambientali. Qui le modalità di raccolta secondo l'ordinanza.
La moderazione si conferma una pratica necessaria per poter gestire la discussione mettendo in crisi la solidarietà ed il buon vicinato.