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Tre ambasciatori per la comicità fiorentina

Il sindaco di Firenze Dario Nardella ha consegnato le Chiavi della città a Leonardo Pieraccioni, Carlo Conti e Giorgio Panariello

Sono tornati dove tutto iniziò 20 anni fa, a Firenze, per il tour dello spettacolo "Fratelli d'Italia" che ha fatto registrare il tutto esaurito al Pala Mandela nel mese di ottobre. Ma questa volta tornano per avere un riconoscimento per la loro sfavillante carriera.

Firenze, la città che ha dato il via alla carriera dei tre comici e artisti dello spettacolo, Carlo Conti, Giorgio Panariello e Leonardo Pieraccioni, gli dona le chiavi delle città. Un onore per i comici toscani che oggi saranno in sala del Gigli per ricevere l'onorificenza dalle mani del sindaco Dario Nardella.

"Sono tre ambasciatori di Firenze e della fiorentinità in Italia e nel mondo, e questo grazie alla loro professionalità, al loro estro, alla loro creatività - ha spiegato Nardella -. Come abbiamo fatto alcuni mesi fa, per i grandi Morandi e Baglioni, anche oggi riconosciamo il valore di questi artisti. Non che di chiavi abbiano bisogno, a Firenze di chiavi questi tre fiorentini ne hanno già molte..." ha scherzato il sindaco. 

La consegna del riconoscimento ha offerto ai tre la possibilità di lanciarsi in una serie di battute. "Assegnare questo riconoscimento a Carlo Conti vuol dire voler dare segno di integrazione - ha scherzato Panariello - vuol dire che davvero chiunque può farcela, anche uno venuto da così lontano. A me invece le hanno date per la pazienza che mi ci vuole per sopportare questi due". 

Al sindaco Nardella, ha poi aggiunto Pieraccioni "chiedo se ora che ci ha dato le chiavi c'è per caso da pagare qualcosa. No? Ecco allora io ora le vorrei usare per chiudere via dell'Agnolo". 

"Firenze mi ha dato tanto - ha detto ancora - il mio primo film, ''I laureati'', uscì in due sole copie, proprio a Firenze: una per Firenze Sud e una per Firenze Nord. Poi, dopo, si andò anche all'estero, Pistoia e Grosseto".

Conti ha sottolineato come ricevere le Chiavi della città sia "un sogno, per un bambino cresciuto a Rifredi come me. Ma nei sogni bisogna crederci, perché può capitare anche a Calimero - noto soprannome del conduttore - di conquistare un'onorificenza come questa. Ci vuole tanto coraggio e un po' di bischeraggine. E poi magari uno ha anche la fortuna di incontrare sulla sua strada grandi artisti, amici e fratelli come Giorgio e Leonardo".