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Pitti, la svolta tecno-sostenibile

Sono 1.230 i marchi presenti all'edizione 95 di Pitti Uomo. La moda maschile, con fatturato in lieve crescita, punta alla sperimentazione high-tech

Foto da Twitter

Quest'anno i 60mila metri quadrati di superficie espositiva dell'edizione numero 95 del salone della moda maschile sono suddivisi in 13 sezioni: si va dall'eccellenza delle aziende del nuovo classico, alla ricerca di una moda maschile che punta sull'eco-sotenibilità. La confermare arriva da gran parte dei marchi che partecipano a questa edizione di Pitti Uomo, in scena dall'8 all'11 gennaio alla Fortezza da Basso di Firenze, con la consueta inaugurazione a Palazzo Vecchio.

L'ondata green che negli scorsi anni aveva travolto il settore dello sportswear è riuscita a contagiare anche le aziende produttrici di capispalla e sartoria. Alla base c'è la sperimentazione tecnologica con capi alternativi e riciclati.

Su 1.230 marchi presenti a Pitti Uomo 568 sono esteri (46%), per questa edizione sono attesi 36.000 i visitatori ed oltre 25.000 compratori dei quali 9.200 dall’estero. I principali mercati esteri di riferimento: Giappone, Germania, Regno Unito, Olanda, Spagna, Turchia, Francia, Cina, Svizzera, Corea, Stati Uniti, Russia, Belgio, Austria e Svezia.

Il fatturato della moda maschile italiana dovrebbe archiviare il 2018 con una lieve crescita, secondo le prime stime elaborate dal Sistema Moda Italia. Il fatturato atteso è pari al +1,5%, oltrepassando dunque i 9,4 mld di euro. Per il 2019 le rilevazioni indicano una "stabilità" delle condizioni congiunturali sperimentate nel corso del 2018.

Il presidente di Confindustria Moda e Pitti Immagine Claudio Marenzi, intervenendo alla cerimonia di inauguzione ha sottolineato che "La collaborazione tra Milano e Firenze ha prodotto la capacità della settimana moda italianadi elevarsi su tutte: non dobbiamo sederci sugli allori, lavoriamo ventre a terra e lavoriamo per rimanere leader".