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Nei ristoranti 8mila lavoratori bruciati dal Covid

E' il risultato dell'anno della pandemia lamentato dai ristoratori in un incontro col presidente della Regione, in attesa della marcia su Roma lunedì

Il Covid-19 brucia la ristorazione toscana. Nel 2020 ha mandato in fumo 8.253 posti di lavoro tra gennaio e settembre, ha disperso 260 milioni di euro e ha fatto registrare 27mila contratti in meno a livello di filiera turistica portando una flessione del -78% con picchi del 99% nei mesi di aprile e maggio di presenze nelle strutture recettive. Dal +3% di gennaio 2020 le presenze sono scese al -44% di febbraio. 

Questo il risultato dell'anno orribile della pandemia lamentato dalla delegazione degli imprenditori toscani del gruppo Tutela nazionale imprese Ristoratori Toscana che stamani ha incontrato a Firenze i vertici della Regione a cominciare dal presidente Eugenio Giani. Presente e in ascolto anche la politica con i consiglieri regionali Lorenzo Masi dei 5 stelle, Fausto Merlotti del Pd, Marco Stella di Forza Italia ed Elisa Tozzi della Lega.

Anche dalla Toscana i ristoratori si preparano a marciare su Roma per la manifestazione e il presidio che si terrà in piazza Montecitorio il 22 febbraio prossimo (vedi articolo sotto) con rappresentanze in partenza da Firenze, Grosseto, Arezzo, Pistoia, Livorno, ma anche da Volterra, Ancona, Foggia, Genova, Verona, Milano, Pescara.

La loro piattaforma di richieste, su cui hanno chiesto al presidente Giani supporto fattivo presso il governo, è chiara e si snoda dal pagamento immediato del bonus filiera e l'erogazione dei ristori quinquies a una revisione del sistema a colori e l'annullamento delle tasse relative al ‪2020-2021‬. “Le nostre imprese stanno morendo, chiediamo a chi di dovere di fare qualcosa prima che sia troppo tardi”, ha auspicato il portavoce Pasquale Naccari. “Chiediamo di andare oltre il sistema ‘a semafori’ delle regioni gialle, arancioni e rosse perché penalizza solo i bar e i ristoranti", aggiunge.

Il gruppo, che per lunedì a Roma annuncia presidio a oltranza, chiede la possibilità di aprire i ristoranti sia a pranzo che a cena in zona gialla. In zona arancione di poter aprire a pranzo ma con adeguati indennizzi a fondo perduto e in zona rossa che la chiusura totale sia accompagnata da misure di sostegno dignitose. Alla Regione Toscana, invece, gli imprenditori chiedono che i soldi rimasti dal bando della ristorazione siano messi a disposizione del mondo Horeca (hotel, ristorazione e caffetterie) e di prevedere voucher da dare alle famiglie per essere spesi nei ristoranti.

A unirsi alla protesta dei ristoratori anche il Gruppo autonomo Guide e accompagnatori turistici, esclusi dal contributo a fondo perduto del Mibact: “Anche noi saremo in piazza Montecitorio, le mancate misure di sostegno ci hanno messo tutti in una condizione di indigenza” dicono.