Attualità

Le tensioni globali fiaccano Pitti Uomo

Chiusura con il 10 per cento di compratori in meno per la kermesse alla Fortezza da Basso. La direzione: "E' un calo fisiologico"

Il clima internazionale carico di tensione e la frenata di potenze economiche come Cina e Germania hanno pesato sui risultati di Pitti Immagine Uomo che si è chiuso alla Fortezza da Basso di Firenze con un calo di compratori stimato intorno al 10 per cento sulla base dei primi dati forniti dalll'organizzazion. Per Agostino Poletto, direttore generale di Pitti Immagine, si tratta di un "calo fisiologico e atteso" che va comunque affiancato ai numeri dei presenti, cioè "circa 21.400 compratori veri, di cui più di 8.300 esteri". 

A gravare sul risultato anche i consumi europei e italiani "stazionari". Un quadro che, associato all'incertezza sugli equilibri a livello globale che ha già infiammato i primissimi giorni del 2020, non poteva produrre, secondo gli organizzatori, che questi effetti. 

L'anno prossimo, in ogni caso, la fiera slitterà di una settimana per evitare la partenza definita "difficile" dall'ad di Pitti Immagine per la sua vicinanza alle vacanze natalizie e all'avvio dei saldi. Al di là delle percentuali, poi, per l'ad una manifestazione come Pitti va guardata anche sotto il profilo delle possibilità di export e delle occasioni di visibilità che, sul lungo periodo, offre ai brand.