Cronaca

"Vogliamo che sia fatta giustizia per Niccolò"

Sconcerto a Scandicci per la scarcerazione di due aggressori del giovane morto in Spagna. Il sindaco ha incontrato i familiari rientrati in Italia

La notizia della scarcerazione di due dei tre ragazzi ceceni fermati sul lungomare di Lloret de Mar dopo la morte di Niccolò Ciatti è piombata come un macigno sulla comunità di Scandicci. Il giovane abitava nel quartiere di Casellina e lavorava al banco di ortofrutta della zia al Mercato Centrale di Firenze dove ieri i colleghi hanno deposto orchidee bianche e messaggi di addio. "Non conosco le procedure legali. Ma quello che chiede la nostra comunità e quello che chiede la famiglia, che ho incontrato stamane, è che sia fatta giustizia per un delitto così efferato e insensato", ha detto il sindaco di Scandicci Sandro Fallani. 

Il sindaco, insieme al comandante della polizia municipale di Scandicci, ha incontrato il padre, la madre e la sorella di Niccolò nella loro casa. "Il nostro Governo e noi stiamo seguendo la vicenda e continueremo a farlo - ha proseguito Fallani - La famiglia, come si può immaginare, è molto provata ma chiede con forza che sia fatta giustizia". 

Ora sono in corso le pratiche per il rientro in Italia della salma del ragazzo. 

Domani sera alle 21 nella chiesa di Casellina, il quartiere dove vive la famiglia Ciatti, si terrà una veglia di preghiera.

Al momento in carcere resta solo il giovane ceceno che ha sferrato il calcio che probabilmente è stato letale per Niccolò. Gli altri due, pur essendo usciti di cella, sono comunque indagati come lui di omicidio. A uno è stato vietato di uscire dall'area Schengen. Secondo i testimoni del massacro il loro comportamento faceva pensare a un addestramento paramilitare.