Attualità

Commissione d'inchiesta in visita alla comunità

A febbraio la commissione del Consiglio regionale visiterà l'associazione e la cooperativa del Forteto di Vicchio del Mugello

La novità è stata resa nota dal presidente della commissione Paolo Bambagioni (Pd), nel corso della seduta di ieri, durante la quale sono proseguite le audizioni sulle responsabilità politiche e istituzionali nella drammatica vicenda del Forteto (vedi articoli correlati, ndr).

“Vogliamo incontrare i rappresentanti della cooperativa - ha spiegato Balbagioni - lavoratori e i rappresentanti dell’associazione”.  

La commissione ha ascoltato ieri Angelo Passaleva, già vicepresidente della Regione e prima ancora presidente del Consiglio regionale della Toscana; i dirigenti del Cesvot Patrizio Petrucci, Luciano Franchi (ex presidenti), Paolo Balli (direttore) e Filippo Toccafondi (amministratore); Sergio Pietracito, presidente dell’associazione delle vittime del Forteto, e l’ex consigliere regionale e segretario del Pd toscano, Ivan Ferrucci.

“Si tratta di approfondire anche questioni emerse oggi -spiega Bambagioni - se l’effettivo comando della cooperativa risenta ancora del controllo diretto di persone condannate; come salvaguardare l’occupazione di questa realtà economica e in quali condizioni di vita e di lavoro si trovino oggi coloro che fanno parte di quella comunità, nella quale i forti condizionamenti psicologici rendono vittime anche gli adulti”.

Il presidente dell'associazione vittime del Forteto Sergio Pietracito, nel rispondere alle domande dei commissari, ha detto che attualmente non gli risulta che “Fiesoli abbia scelto di tornare al Forteto". 

"Per scelta strategica resta a Pelago- ha spiegato Pietracito - ma il suo controllo rimane forte: le catene sono nella mente delle persone. Goffredi invece vive attualmente al Forteto”. 

"E in quella comunità l'atmosfera resta pesante - ha spiegato ancora Pietracito - Le informazioni che vengono diffuse all’esterno non corrispondono con quello che mi viene detto dall’interno. Per salvare la cooperativa, noi, come associazione delle vittime, vorremmo lo scioglimento della comunità e il cambio del nome