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La carica dei 101 contro Poste Italiane

Sindaci e amministratori locali si sono schierati con il presidente Enrico Rossi contro la chiusura di 63 uffici postali. Contrario anche il Consiglio

"Questa volta no!". E un grido quasi corale quello che si è levato questa mattina dalle stanze della giunta regionale, dove il governatore della Toscana Enrico Rossi ha incontrato un centinaio di amministratori locali interessati dalla chiusura dei 63 uffici postali e del ridimensionamento di altri 37 presidi, previsti dal piano presentato da Poste Italiane.

Già nel 2010 infatti, circa 70 uffici postali periferici, quasi tutti nelle zone montane della regione, erano stati chiusi o avevano viso i loro orari ridotti. L'ulteriore riduzione del numero di presidi sul territorio causerà disagi alla popolazione, in particolare ai più anziani, che in alcuni casi saranno costretti a fare fino a 80 km per raggiungere l'ufficio postale più vicino.

E non si tratterebbe nemmeno di un risparmio sostanziale per Poste Italiane. "Il taglio - ha detto Rossi - porterà a un risparmio di 4 milioni di euro per una società che nel 2013 ha dichiarato un utile netto di un miliardo. Un taglio da nulla che sarebbe fortemente penalizzante per la Toscana". 

Per questo nei prossimi giorni Rossi, insieme ai sindaci, incontrerà il ministro dell'Economia - da cui dipende Poste - per capire come si possa scongiurare questo piano di chiusura, così come auspicato anche dal Consiglio regionale, che ha votato all'unanimità una mozione presentata dal Pd, che invitava la Giunta ad attivarsi per garantire il mantenimento di un servizio essenziale sul territorio.

All'incontro era presente anche la presidente di Anci Toscana, Sara Biagiotti, sindaco di Sesto fiorentino. “Il valore aggiunto di una società come Poste Italiane è la sua capillarità sul territorio – ha detto ancora Biagiotti – Se perde questa caratteristica, perderà in competitività: i tagli agli uffici saranno un disvalore”.