Il processo si è svolto a Genova perché il ragazzo, oggi 17enne, è figlio adottivo di un giudice toscano.
Le accuse nei confronti dell'insegnante, che lavora in una scuola media fiorentina, sono maltrattamento psicologico aggravato dalla discriminazione razziale e ingiurie. Proprio l'aggravante della discriminazione razziale, contestata fin dall'inizio dell''indagine dal pm Federico Manotti, fu riconosciuta già nel febbraio del 2015 dai giudici del tribunale penale di Genova.
Il ragazzino aveva raccontato che l'insegnante ogni tanto si rivolgeva a lui chiamandolo "negro" e affermava: "Gli uomini, come gli animali, dovrebbero vivere ciascuno nel proprio ambiente".
La conferma della pena inflitta in primo grado, con il beneficio della condizionale, è stata chiesta dal pg Ezio Castaldi.