Cronaca

Schettino condannato anche in appello

I giudici hanno confermato i 16 anni di carcere per l'ex comandante della Concordia ma lo hanno interdetto da tutte le professioni marine per 5 anni

Stessa condanna ma pene accessorie più pesanti: è finito così il processo d'appello a carico di Francesco Schettino per il naufragio della Costa Concordia all'isola del Giglio. Una tragedia in cui persero la vita, il 13 gennaio 2012, 32 persone e centinaia rimasero ferite.

Confermando i 16 anni e un mese di arresto, i giudici d'appello hanno inflitto a Schettino l'interdizione per cinque anni da tutte le professioni marine, pena accessoria più pesante rispetto al processo di primo grado, quando i giudici decretarono l'interdizione  solo per il ruolo di comandante.

Sempre in appello i giudici hanno aumentato il risarcimento dovuto a una parte dei naufraghi, circa 15mila euro in più a persona. Confermata una provvisionale di 300mila euro per il Comune del Giglio per il danno non patrimoniale.

La sentenza della Corte d'Appello è arrivata dopo otto di camera di consiglio al termine di un processo iniziato il 28 aprile e durato dieci sedute. I giudici non hanno voluto che la lettura della sentenza venisse ripresa dalle telecamere delle emittenti nazionali e locali che ne avevano fatto richiesta, accogliendo la richiesta dell'avvocato difensore di Francesco Schettino.

L'ex comandante oggi non era presente in aula: è rimasto nella sua casa di Metà, in provincia di Napoli, ad aspettare  la sentenza  insieme alla figlia, alla sorella e al fratello. La condanna di primo grado risale al 9 febbraio 2015.