Cronaca

Tioxide, tele filtranti al centro dell'inchiesta

L'Arpat ha reso noto che le indagini sullo stabilimento della Huntsman ruotamo intorno allo smaltimento di questo tipo di rifiuto radioattivo

foto panoramio.com

Nella nota inviata ai mezzi di informazione, l'Arpat, pur nel riserbo dovuto al segreto istruttorio (il fascicolo d'inchiesta è stato appena trasmesso dalla procura di Grosseto alla Dia), ha precisato che proprio i controlli effettuati sulla gestione e lo smaltimento dei teli filtranti nello stabilimento di Scarlino hanno dato origine all'indagine della magistratura.

In particolare, nel 2013, nell'ambito di un'ispezione effettuata dall'Arpat in collaborazione con il personale dell'unità operativa amianto e radiazioni di Firenze, è stata passata al setaccio la linea di produzione di pigmento al biossido di titanio, che lascia residui abitualmente non radioattivi ma contenenti radionuclidi naturali e quindi in grado di aumentare l'esposizione dei lavoratori e della stessa popolazione alla radioattività.

L'attività dell'Arpat ha compreso misurazioni, prelievi e analisi di campioni di materie prime, sottoprodotti, rifiuti, reflui e prodotti finiti.

I risultati non hanno evidenziato problemi per i gessi bianchi, per quelli rossi e per la tionide. La stessa cosa non è avvenuta per le tele filtranti che invece dovrebbero essere gestite tenendo conto, di volta in volta, della radioattività del rifiuto. 

Nell'inchiesta sulla Tioxide ci sarebbe un indagato.