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Ici sulle scuole paritarie, interviene il Governo

Grazie a una sentenza della Cassazione 2 scuole gestite da religiose dovranno pagare l'Ici al Comune di Livorno. Ma il governo annuncia provvedimenti

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti convocherà quanto prima un tavolo con le associazioni del settore per affrontare la questione. E una soluzione normativa è richiesta anche delle scuole livornesi.

"Si formuli una norma chiara e si espliciti cosa si intende per funzione pubblica svolta da enti privati, perché è questo il cuore del discorso" ha dichiarato all'agenzia Ansa l'avvocato Alessandro Giovannini. 

Il legale ha anche ricordato che la vertenza fra i due istituti e il Comune sul pagamento dell'Ici non é terminata. "La Cassazione ha annullato la sentenza della Commissione tributaria della Toscana - ha precisato il legale - Ma ha anche rinviato il tutto ad un'altra sezione della commissione". E il proseguimento della battaglia legale si giocherà soprattutto sulle caratteristiche "commerciali" delle scuole.

Sulla vicenda è intervenuto anche il segretario della Cei, monsignor Nunzio Galantino, chiedendo all'esecutivo guidato da Matteo Renzi di dichiarare chiaramente "se vuole favorire e promuovere la libertà di educazione, se ci tiene a dare alle famiglie la possibilità di scegliere la formazione per i propri figli".

Analoga esortazione è arrivata da Famiglia Cristiana.

Il sottosegretario De Vincenti ha ammesso che la sentenza della Suprema Corte "segnala una difficoltà interpretativa" di una norma introdotta dal Governo Monti. Di qui l'impegno di aprire un nuovo confronto con le organizzazione no profit per arrivare a un definitivo chiarimento normativo. 

Secondo i dati diffusi dalla deputata del Pd Simonetta Rubinato, "negli anni il pluralismo educativo sarebbe drammaticamente arretrato visto che 50 anni fa le scuole paritarie erano il 27% dell'offerta educativa, oggi sono solo il 12%". 

L'Associazione Nazionale degli Istituti Non Statali di Educazione e di Istruzione hanno definito le pronunce della Cassazione "ineccepibili". "Riportano equità e ordine - ha dichiarato l'associazione in una nota - ponendo fine ad un ingiustificato discrimine tra le scuole paritarie in base alla tipologia dell'ente gestore".