Attualità

L'arcivescovo Betori contro i preservativi gratis

Betori critica la Regione: "Contro malattie legate all'uso incontrollato della sessualità si interviene con la logica della protezione strumentale"

Ha atteso il giorno della festa dell'Immacolata e poi si è fatto avanti. Stiamo parlando dell'arcivescovo di Firenze, il cardinale Giuseppe Betori, che nell'omelia pronunciata nella cattedrale di Santa Maria del Fiore proprio oggi, 8 Dicembre, ha espresso "stupore e preoccupazione" verso un provvedimento recentemente adottato dalla giunta regionale toscana: la distribuzione gratuita di preservativi ai giovani fino a 26 anni. 

L'arcivescono nel suo discorso non ha citato direttamente il provvedimento lanciato dal governatore Enrico Rossi e dall'assessore regionale Stefania Saccardi. Ma le sue parole sono state chiare. "L’esercizio responsabile della libertà è il frutto di un processo formativo che percorre l’intera esistenza della persona e che ha un passaggio decisivo nell’età giovanile - ha detto l'arcivescovo nella premessa - La formazione di una coscienza responsabile deve essere una cura primaria delle agenzie educative e dell’intera società. Stando attenti a proporre soluzioni in cui possa esprimersi il naturale desiderio di miglioramento dei giovani e non proposte al ribasso, che non educhino ad affrontare con coraggio le sfide che la vita porrà loro di fronte".

Un esempio di "proposte al ribasso"? Betori rita in ballo proprio il discorso della sessualità.

"Desta stupore e preoccupazione constatare che questo venga a volte disatteso - ha detto il cardinale - come accade quando, di fronte alla drammatica diffusione di malattie infettive legate principalmente a un uso incontrollato della sessualità, si pensa di intervenire non con campagne educative che promuovano comportamenti sessuali coscienziosi, favorendo cioè la stabilità e la fedeltà delle relazioni, bensì affidandosi alla logica della protezione strumentale, resa di facile accesso perché gratuita, che di fatto incentiva la promiscuità e i rapporti a rischio". 

"Problematiche di questo genere vanno affrontate sotto il profilo di una scelta che, per essere davvero libera, deve essere informata e formata - ha detto ancora Betori - Se, invece, alla fine il messaggio che passa è una soluzione facile, che si affida all’uso di strumenti e all’assenza di costi, ciò che resta in ombra è la persona, con le sue implicazioni affettive, psicologiche ed etiche".