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Il dramma dei piccoli azionisti Mps

La commissione d'inchiesta del Consiglio regionale sulla vicenda Monte dei Paschi ha ascoltato Romolo Semplici, rappresentante dei piccoli azionisti

"La storia di Semplici è la storia di tanti a Siena - si legge in una nota della commissione presieduta da Giacomo Giannarelli del M5S - Ha lavorato al Monte, ne è stato correntista, ne ha sottoscritto le azioni". 

"Sono pochissimi i senesi che hanno speculato - ha raccontato Semplici -  perché si tratta della proprietà di un pezzo di storia di Siena". 

La voce di Semplici è anche una delle "poche che si sono levate contro le operazioni Antonveneta e Banca 121". 

"Dal 2005 sono stato uno dei pochi in assemblea, da piccolo azionista quale ero, a tentare di oppormi al disastro - ha spiegato Semplici - Io ho perso poco ma so di persone che hanno perso 3-400 mila euro. Ci sono stati dipendenti che hanno chiesto l'anticipazione del Tfr e molti hanno perso quasi tutto". 

"L'operazione Antonveneta è il momento più deleterio, la fine della storia del Monte" ha sottolineato Semplici parlando in commissione di un sistema "ben collaudato", di "responsabilità anche politiche". 

"Più o meno tutti i partiti erano coinvolti, in particolare il Pds, condividevano il quadro di sintesi o i silenzi su Banca 121 e Antonveneta. - ha ribadito il rappresentante dei piccoli azionisti - Il sistema Siena era imperniato su un partito e sui suoi personaggi quasi tutti senza competenze. Le nomine che venivano espresse non erano all'altezza. Grande protagonista o grande
assente è stata la Fondazione, all'interno della quale la Regione nominava un rappresentante".

Semplici ha ricordato di aver "presentato un esposto a tutti gli enti e le istituzioni nominanti della Fondazione, senza mai aver ricevuto risposta". 

Secondo Giannarelli "la vera sfida è
arrivare a un documento condiviso tra Consiglio e Giunta per attivare una commissione d'inchiesta parlamentare, che ha poteri di autorità giudiziaria".