Arte

Il restauro della Madonna di Santa Trinita

Restaurata dall'Opificio delle Pietre Dure la terracotta attribuita a Donatello, il maestro fiorentino dello "stiacciato"

Il modellato con il tipico stile “stiacciato” di Donatello, il colore della terracotta: riemergono i tratti perduti della Madonna di Santa Trinta grazie ad un restauro durato un anno ad opera del Opificio delle Pietre Dure e sponsorizzato dalla Banca di Cambiano con un contributo di 12.000 euro. Il rilevo in terracotta datato tra il 1436 e 1447 e attribuito a Donatello e fino a prima del restauro custodito nella Basilica di Santa Trinita a Firenze, rappresenta la Vergine Maria a mezzo busto che tiene in braccio il piccolo Gesù protetto da due angioletti.
Con il restauro l'avanzato stato di degrado della terracotta è stato fermato, migliorando la leggibilità dell'opera e andando a rilevare un dato importante: la Madonna non era solo in terracotta ma era dipinta di bianco per sembrare finto marmo e aveva alcune applicazioni in foglia d'oro. ll luogo che avrebbe custodito la terracotta è la Cappella Davanzati, nella Basilica di Santa Trinita. Proprio lì le testimonianze e gli studi effettuati raccontano che si trovasse un'opera di ambito "donatelliano" ed infatti nella Cappella Davanzati si trova una nicchia vuota in cui verrà inserita la terracotta.