Cronaca

Inchiesta Open, indagati Renzi, Boschi e Lotti

L'ipotesi di reato è finanziamento illecito ai partiti in merito ai fondi gestiti dalla Fondazione Open. L'ex premier attacca i pm all'assemblea di IV

Maria Elena Boschi e Matteo Renzi

La procura ha iscritto nel registro degli indagati il senatore di Italia Viva ed ex premier Matteo Renzi e i deputati Maria Elena Boschi e Luca Lotti nell'ambito dell'inchiesta sulla gestione dei fondi raccolti dal 2012 al 2018 dalla Fondazione Open, nata nel 2012 per sostenere iniziative legate all'attività di Renzi, fra cui alcune edizioni della Leopolda. 

L'ipotesi di reato è violazione della normativa sul finanziamento dei partiti. 

Indagati fin dalle fasi iniziali dell'inchiesta anche l'avvocato Alberto Bianchi e l'imprenditore Marco Carrai, membri del consiglio direttivo della Fondazione insieme a Lotti e Boschi.

La procura avrebbe convocato gli indagati per il 24 Novembre per interrogarli.

Matteo Renzi ha duramente attaccato la procura fiorentina nel suo intervento di apertura all'assemblea nazionale di Italia Viva in corso, ricordando che la Corte di Cassazione ha annullato alcuni dei sequestri di documenti e materiale informatico disposti dai pm nei confronti di finanziatori della Fondazione o di membri del consiglio direttivo.

"Ci sono magistrati, pochi fortunatamente, a cui la ribalta mediatica piace più del giudizio di merito, che seguono più la viralità sui social che le sentenze della Corte di Cassazione" ha detto Renzi.

"Ci sono vari modi per replicare a quello che sembra un assurdo giuridico - ha proseguito l'ex premier - Io penso che a chi cerca la battaglia e la visibilità mediatica, bisogna rispondere con il diritto. Abbiamo talmente rispetto della magistratura, che le sentenze le abbiamo lette. Spero che le abbia lette o almeno capite anche il pm di Firenze. Nel dubbio, saranno i nostri avvocati a spiegare le posizioni di diritto: la professoressa Severino per Maria Elena Boschi, il professor Coppi per Luca Lotti, il professor Di Noia per il dottor Carrai e il professor Caiazza per il sottoscritto".

"Noi ai magistrati auguriamo buon lavoro e a chi mi dà la solidarietà dico che do io la solidarietà a loro. Perchè l'ansia di visibilità di qualcuno rischia di nuocere a tutti i magistrati" ha concluso Renzi.