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Infiltrazioni della camorra, in carcere 18 affiliati

Sette di loro, originari del casertano, abitano in Toscana da 30 anni, zona Versilia e provincia di Pisa. Erano il punto di riferimento dei Casalesi

Gli arrestati residenti in Toscana fornivano supporto logistico alle famiglie Schiavone, Iovine e Russo, agevolando la latitanza di altri affiliati, anche personaggi di spicco. Il clan dei Casalesi è così riuscito a infiltrarsi nel tessuto economico toscano espandendo la sfera di interessi, riciclando capitali in negozi, ristoranti, pizzerie e altre attività, trafficando droga e praticando l'estorsione. Alcuni degli arrestati sono indagati anche per una rapina a Pontedera contro un furgone portavalori, durante la quale un testimone rimase gravemente ferito.
Nell'ambito della stessa operazione, messa in atto dalle Squadre mobili di Firenze e Caserta e coordinata dalla Dia di Napoli, sono finiti agli arresti domiciliari due dipendenti della polizia accusati di aver rivelato informazioni coperte da segreto istruttorio. I due prestano servizio presso la presidenza del Consiglio dei ministri e alla Camera dei deputati. Al pubblico ufficiale in servizio presso palazzo Chigi viene contestato di avere informato persone indagate e ritenute affiliate al clan dei Casalesi di essere oggetto di intercettazioni. L'uomo avrebbe fornito informazioni anche a politici, imprenditori e ad alte cariche degli apparati statali. Il poliziotto in servizio presso la Camera dei deputati avrebbe invece verificato illecitamente i precedenti penali di una persona per avere informazioni su eventuali procedimenti penali e indagini aperte nei suoi confronti. Sembra che possano esserci collegamenti anche con la vicenda degli appalti dell'Expo' di Milano e dell'ex ministro Claudio Scajola.