Lavoro

Covid, Inps in corto circuito, l'ira degli artigiani

Confartigianato: "L'istituto non ha recepito le nuove misure burocratiche e fiscali del governo e le aziende vengono bollate come irregolari"

Tremila aziende toscane rischiano di non poter riprendere a lavorare, soprattutto nel settore dell'edilizia, per una sorta di corto circuito burocratico-organizzativo degli uffici Inps di Firenze.

"Una situazione più che kafkiana: il personale dell'Inps è ancora in smart working e l'Istituto non ha recepito le misure di alleggerimento burocratico e fiscale previste dai decreti del Governo - scrive in una nota Confartigianato Firenze - Il risultato è che la documentazione presentata dalle aziende viene bollata come “irregolare”, le aziende non possono quindi lavorare e riuscire a parlare con qualcuno per risolvere il problema".

“Il problema principale è quello dei Durc, il documento unico di regolarità contributiva che le aziende devono farsi rilasciare dall'Inps per poter lavorare - spiega il segretario generale di Confartigianato Imprese Firenze, Jacopo Ferretti - Un decreto governativo ha previsto che venissero rimandati i versamenti Inps relativi ai contributi del mese di maggio: peccato che i sistemi dell'Inps non riconoscano questa novità e identifichino il Durc come irregolare. L'irregolarità potrebbe essere sanata velocemente ma dialogare con gli uffici dell'Inps che sono ancora in smart working è difficile. Questo provoca un aggravio di tempi e costi per le imprese assolutamente inaccettabile”.

“Per non parlare della cassa integrazione - continua Ferretti - la cui erogazione è ancora indietro: cinquemila aziende e ventimila lavoratori stanno ancora aspettando, qualcuno ha incassato le indennità di Maggio, nessuno quelle di Giugno e di luglio. Così la ripartenza resta soltanto una bella parola”.