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Ancora lontano il rilascio di Del Grande

Manifestazione a Roma per chiedere che Gabriele Del Grande venga liberato. E' detenuto in Turchia da 13 giorni. E' riuscito a chiamare la compagna

Resta sempre alta l'attenzione sulle condizioni e la sorte di Gabriele Del Grande, il regista toscano arrestato e detenuto in Turchia dove era andato per raccogliere materiale per un libro sui profughi siriani rifugiati nella provincia sud orientale dell'Hatay. 

Le autorità turche non hanno ancora reso noto il dossier con i motivi del fermo avvenuto il nove aprile e l'unica notizia positiva, per il momento, è che dopo gli incontri di ieri, Del Grande - dopo dodici giorni trascorsi senza vedere nessuno - ha continuato a nutrirsi anche se solo con liquidi. 

Il blogger toscano, che è in isolamento, ieri ha potuto incontrare il console italiano a Izsmir Luigi Iannuzzi e con l'avvocato turco Taner Kilic. Continuano le manifestazioni per il rilascio di gabriele Del Grande, regista di "Io sto con la sposa" presentato a Venezia.

A Roma, davanti al Quirinale, molte le persone che hanno chiesto la liberazione del reporter aderendo all'appello lanciato da alcune organizzazioni come Amnesty, Arci e Usigrai, il sindacato deigiornalisti Rai. 

"Gabriele chiede, come ribadito anche nella telefonata alla compagna Alexandra D'Onofrio, di essere liberato e tornare a casa. Ad oggi - ha detto l'avvocatessa Ballerini - non sono note le ragioni del protrarsi del suo trattenimento né i motivi del ritardo del suo rimpatrio verso l'Italia".

Il documentarista ha rifiutato alimenti da martedì scorso per protestare contro la sua illegale prigionia. Un fenomeno che in Turchia ha colpito migliaia di persone recluse nelle carceri per volere del presidente Tayyip Erdogan in violazione di qualunque diritto dopo il fallito golpe dello scorso luglio che ha decapitato l'intera classe dirigente laica: militari, avvocati, magistrati,docenti, giornalisti. Tutti in cella da mesi e senza contatti.