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Una delegazione italiana incontra Del Grande

La Farnesina ieri aveva alzato la voce con Ankara sul caso Del Grande, fermato in Turchia durante un controllo al confine con la Siria

Una delegazione del consolato italiano di Smirne si è recata nel centro di detenzione amministrativa di Mugla, sulla costa egea meridionale della Turchia, dove è trattenuto Gabriele Del Grande, il documentarista e giornalista italiano fermato 10 giorni fa in Turchia durante un controllo al confine con la Siria.

La Farnesina ieri aveva alzato la voce con Ankara sul caso Del Grande, e ha chiesto che il connazionale "sia rimesso in libertà, nel pieno rispetto della legge".

Il ministro Angelino  Alfano ha detto che è in fase di lavorazione un contatto diretto con il Governo turco, "per fargli capire chiaramente qual è il livello di attenzione del nostro Paese su questa vicenda".

"Abbiamo esercitato tutte le pressioni che la diplomazia permette di esercitare - ha aggiunto il titolare della Farnesina -. Abbiamo, inoltre, chiesto una visita diplomatica presso la struttura dove si trova in questo momento Gabriele Del Grande. Ringraziamo tutti coloro che sono in azione per restituire alla libertà piena il nostro connazionale", ha detto, aggiungendo che "siamo in costante contatto con la famiglia".

Intanto ieri c'è stato il primo contatto tra il documentarista toscano e la famiglia, Gabriele infatti è riuscito a chiamare la compagna rassicurandola che sta bene, e annunciando la sua intenzione di iniziare lo sciopero della fame. 

''Invito tutti a mobilitarsi - ha detto Del Grande - per chiedere che vengano rispettati i miei diritti. I miei documenti sono in regola, ma non mi è permesso di nominare un avvocato, né mi è dato sapere quando finirà questo fermo", "La ragione del fermo è legata al contenuto del mio lavoro. Ho subito interrogatori al riguardo", ha concluso.