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Giù il prezzo del tartufo bianco ed è corsa all'acquisto

La Toscana tra i territori più battuti per la ricerca del re del bosco ma il perdurare di caldo e siccità getta preoccupazioni sulla produzione

Tartufo bianco

Scatta la stagione di raccolta del tartufo bianco con le prime quotazioni che spingono gli italiani all’acquisto facendo registrare prezzi medi di 3.000 euro al chilo per pezzature oltre i 50 grammi (la più pregiata) alla borsa del tartufo di Acqualagna (Pesaro Urbino), la prima a rendere note le contrattazioni per il pregiato re del bosco nel 2023. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasione dell’avvio della ricerche con feste, sagre e mostre che si moltiplicano lungo tutto il paese, Toscana compresa, e che rappresentano una ottima occasione per acquistare o assaggiarlo nelle migliori condizioni e ai prezzi più convenienti.

All’avvio della stagione – sottolinea la Coldiretti – si rileva dunque un contenimento dei prezzi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno quando si registravano per le stesse dimensioni valori di 4.500 euro al chilo. Importi ancora più contenuti – continua la Coldiretti – si registrano quest’anno per le pezzature più piccole con valori che vanno da 2.300 euro tra i 15 ed i 50 grammi a 1.500 euro al chilo sotto i 15 grammi.

Prezzi molto convenienti – precisa la Coldiretti – si registrano in realtà lungo tutta la Penisola a partire dalla Fiera Internazionale del Tartufo Bianco di Alba in programma nel weekend dove è presente la Coldiretti con i propri stand ma anche a San Miniato, a Sant’Angelo in Vado e negli altri numerosi appuntamenti con sagre e Feste in calendario nei mesi autunnali

Una opportunità da cogliere al volo perché a preoccupare è il lungo periodo di caldo e siccità che potrebbe compromettere le produzioni. Le condizioni climatiche fino ad ora hanno consentito infatti una buona raccolta per il Tuber magnatum Pico che si sviluppa in terreni freschi e umidi sia nelle fasi di germinazione che in quella di maturazione. Dal Piemonte alle Marche, dalla Toscana all’Umbria, dall’Abruzzo al Molise, ma anche nel Lazio e in Calabria sono numerosi i territori più battuti dai ricercatori.