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#Italiasicura contro il dissesto idrogeologico

E' operativa la struttura di missione del governo coordinata da Erasmo D'Angelis. Già in programma interventi di prevenzione per 4 miliardi di euro

La nuova struttura è stata presentata dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Del Rio con Erasmo D'Angelis e il direttore Mauro Grassi.

L'obiettivo prioritario è risolvere gli incredibili ritardi accumulati nella messa in sicurezza del territorio contro il dissesto idrogelogico, nelle opere per la depurazione degli scarichi urbani e in quelle per il disinquinamento di fiumi e laghi.

L’81,9% dei Comuni italiani comprende aree in dissesto idrogeologico e, dal 1945 ad oggi, lo Stato italiano ha speso mediamente 3 miliardi e mezzo di euro all'anno per riparare i danni provocati da frane e alluvioni.

La nuova struttura di missione dovrà gestire 3.395 opere anti-emergenza, selezionate attraverso accordi fra Stato e Regioni e a seguito di eventi meterologici devastanti.

A distanza di 4 anni dalla prima programmazione, solo il 3,2% degli interventi (109) risulta concluso, mentre il 19% (631) è in corso di esecuzione e il 78% è bloccato, per colpa della burocrazia che ha arenato i progetti in fase di elaborazione o di affidamento o per mancanza di finanziamenti.

Il Governo ha affidato alla Struttura di missione misure straordinarie e il compito di fare regia e coordinare tutte le strutture dello Stato (Ministeri, Protezione civile, Regioni, Enti locali, Consorzi di bonifica, Provveditorati alle opere pubbliche, Genio Civile ed enti e soggetti locali), per trasformare in cantieri oltre 2,4 miliardi di euro non spesi e per ridurre stati di emergenza territoriali costruendo casse di espansione e vasche di laminazione di fiumi e torrenti, argini anti-alluvioni, briglie per regimentazione acque. Oppure mettendo in sicurezza frane, stabilizzando versanti a rischio crollo, riattivando linee ferroviarie locali interrotte oppure ponti e infrastrutture viarie di Anas.

Nel bilancio dello Stato sono utilizzabili e ancora non spesi altri 1,6 miliardi di euro stanziati dal Cipe nel 2012 per opere urgenti di fognature e depuratori nelle regioni del sud, da concludere entro il 2015 (la maggior parte riguarda Sicilia e Calabria).

“Per la prima volta l'Italia fa un salto di qualità e investe sulla protezione del territorio e sulla prevenzione anziché concentrarsi sull’intervento in fase di emergenza– ha spiegato Erasmo D’Angelis – E’ il momento di accelerare interventi e investimenti Il cambiamento del clima ha cambiato anche il regime delle precipitazioni: dai 100 eventi meteo con danni ingenti all'anno registrati fino al 2006 siamo passati al picco di 351 del 2013 e a 110 nei soli primi 20 giorni del 2014. Da ottobre 2013 all'inizio di Aprile 2014 sono stati richiesti dalle Regioni 20 stati di emergenza per un fabbisogno totale di 3,7 miliardi di euro. E la Commissione Europea ha già stabilito sanzioni nei confronti dell’Italia per diverse centinaia di milioni l’anno per la mancata depurazione di scarichi urbani che mette il nostro Paese tra i primi inquinatori in area Ue. Tali sanzioni potrebbero essere ridotte o cancellate solo se le opere previste saranno realizzate entro dicembre 2015”.

“Abbiamo voltato pagina – ha continuato – e anche con la nomina dei presidenti delle Regioni a commissari di governo è attivo un nuovo modello che finalmente definisce con chiarezza compiti e funzioni, recupera capacità di spesa, riduce burocrazie inutili e dannose che hanno ostacolato la realizzazione dei programmi di intervento”.