Attualità

La fabbrica della morte

​Il lungo corteo degli studenti del Treno della Memoria si sposta tra un blocco e l'altro ad Auschwitz I, il campo di concentramento adesso museo

La tortura qui era formata da due parole fame e fatica, e qui si perdeva tutto, dai vestiti fino al nome. Lo striscione con su scritto No al Razzismo ha aperto il corteo dei ragazzi del Treno della Memoria e dopo la posa di una corona al muro della morte, dove venivano fcucilati i prigionieri di Auschwitz, ha portato il saluto a nome della Regione Toscana il consigliere regionale Ardelio Pellegrinotti che ha ricordato ai ragazzi toscani di “lottare sempre per la pace", il discorso consigliere comunale di Firenze Cosimo Guccione, e poi l'accorato appello della rappresentante del Parlamento degli studenti Kleoniki Valleri per tutti i ragazzi toscani: 

"L'emozione forte che questa visita ad Auschwitz sta provocando in tutti noi troverà senso e seguito solo riportando nella nostra vita quotidiana la testimonianza di tolleranza e considerazione della diversità che quanto abbiamo visto qui suggerisce. Tutti speriamo che Auschwitz non si ripeta, ma le vicende storiche dicono che non è così, qui parte il nostro compito di resistenza "

A guardare le foto e i filmati, gli oggetti requisiti ai prigionieri, ci si emoziona e si piange, davanti alla camera a gas, davanti ai forni crematori. Orrori che qui si nascondono dietro l’apparente normalità di un ex caserma militare. E lo strazio è forse ancora più duro e forte quando ci si rende conto che dietro a quegli oggetti, una singola scarpa, uno spazzolino, una valigia c'è la vita persa di una persona.

Poi la visita al blocco 21 dove è custodito il memoriale Italiano che da quattro anni ad Auschwitz non si può più vedere, un 'opera a firma degli architetti Baffi e Belgioso, reduci da Mauthausen. Adesso questa opera che ricorda quanti sono morti nel campo di Auschwitz 1 tornerà in Italia e Firenze l'accoglierà a Gavinana. Gli studenti toscani hanno visitato il memoriale israeliano: video, documenti scorrono davanti agli occhi degli studenti toscani, la voce di Adolf Hitler risuona tra le pareti, e i giovani toscani cercano nel libro degli ebrei vittime dell'Olocausto, quel nome prezioso che hanno portato con loro dalla Toscana per renderlo vivo nei ricordi.