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Il rilancio del made in Italy nel mondo decolla da Pitti

Il premier Renzi fra gli stand di Pitti Uomo 86: ''Moda settore strategico''. Calenda annuncia un piano di promozione internazionale del made in Italy

Matteo Renzi con Ermanno Scervino (foto sfilate.it)

''La crisi non è finita ma puo' essere vinta - ha dichiarato il presidente del consiglio durante la cerimonia ufficiale di inaugurazione della nuova edizione di Pitti - Se oggi ho deciso di partecipare a Pitti è perchè credo che le pagine piu' belle della moda italiana non siano i 60 anni appena trascorsi ma quelli che devono ancora venire. Bisogna essere arroganti e audaci''.

Renzi ha quindi auspicato che il settore della moda diventi sempre piu' centrale. ''Finora il politico che si dedicava alla moda o al design era considerato un ufo perchè erano ritenuti settori di nicchia - ha detto Renzi - Bisogna rovesciare questa visione e raccontare come la qualità della nostra impresa si colleghi ad un'idea di sviluppo''.

Il premier ha strigliato anche il mondo del credito. ''Dopo l'innovazone portata da Mario Draghi e dal board della Bce - ha sottlineato Renzi - non ci sono piu' alibi per non dare credito alle imprese e quindi noi lo chiediamo con forza agli istituti di credito''.

Il viceministro Carlo Calenda ha annunciato un piano di rilancio e promozione del made in ItalySarà creata una nuova struttura che rastrellerà gli investimenti stranieri sul made in Italy e metterà in atto una serie di iniziative per la internazionalizzazione delle imprese, con road show in tutto il mondo (vedi la dichiarazione integrale di Calenda nella videogallery qui sotto).

Alla nuova edizione di Pitti uomo partecipano 1090 march. 75 invece i brand Pitti W. Tutti puntano sui mercati esteri: i paesi al di fuori dell'Unione Europea in primo luogo (+7,4%) con in testa gli Stati Uniti, Russia e Giappone ma anche quelli europei. Le piazze piu' dinamiche sono Corea del Sud (+35%), Cina (+29,5%) e Hong Kong (+18%). 

La Cina è sempre il principale mercato di approvvigionamento ma cresce anche il Bangladesh. In ribasso Romania, Tunisia e Turchia.

Le esportazioni continuano ad essere un motore fondamentale per la moda maschile. Le vendite estere hanno registrato l'anno scorso un incremento del 4,3%, per un valore di 5 miliardi e 300 milioni di euro. Ma il mercato italiano ha continuato ad andare male e parecchio (-9,3%). La maglieria maschile ha retto (0,1%) mentre sia la camiceria che gli abiti da uomo hanno registrato una lieve flessione (-1%). Male le cravatte (-6%) e buoni risultati per l'abbigliamento in pelle (+5,1%). Le previsioni Istat per il 2014 parlano di un aumento nei primi due mesi dell'export del 4,7% rispetto al 2013. Prospettive positive anche per il mercato interno (la variazione iniziale nel 2014 ha segnato +8%).