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La Monna Lisa alla prova del Dna

I resti mortali rinvenuti nella tomba di famiglia saranno comparati con il Dna raccolto sugli scheletri sepolti nell'ex convento di Sant'Orsola

I prelievi, iniziati il 29 aprile alle 11 nella Cappella dei Martiri della Basilica della Santissima Annunziata, raggiungeranno il laboratorio di Antropologia ossea della Università di Bologna, dove saranno sottoposti al procedimento per l'estrazione del Dna, per un duplice confronto. 

“In primo luogo – spiega Silvano Vinceti, responsabile del Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni Storici Culturali – il raffronto del patrimonio genetico farà luce sulla vera identità dei singoli resti prelevati dalla Basilica di Firenze. L’incrocio dei dati servirà per capire se nella tomba di famiglia si trovava anche il corpo di Lisa Gherardini. Si sa infatti che Monna Lisa, la modella usata da Leonardo per il suo celeberrimo quadro, fu sepolta in un primo tempo nel convento di Sant’Orsola che ospitava la figlia Marietta, divenuta suor Ludovica ma secondo una recente teoria basata su un documento del Seicento ritrovato nel convento – sottolinea Vinceti – non è escluso che successivamente il corpo di Lisa Gherardini sia stato ricomposto insieme a quello del marito e dei figli”. Finora si riteneva che la tomba di famiglia contenesse, oltre ai resti di Francesco del Giocondo (marito di Lisa Gherardini), anche le spoglie mortali del figlio Bartolomeo, avuto con la prima moglie, e quelle del figlio Piero, avuto da Monna Lisa.

La seconda comparazione del Dna estratto dai resti finora custoditi nella basilica fiorentina riguarderà il raffronto con alcuni degli scheletri rinvenuti nell'ex monastero di Sant'Orsola che non è stato possibile sottoporre alla prova del Carbonio 14.