Attualità

La Regione più autonoma d'Italia

E' il sogno del governatore Rossi, pronto a sfruttare un articolo della riforma del Senato: "Abbiamo i conti a posto, vogliamo maggiori competenze"

A poco più di tre mesi dalla prima riunione della nuova Giunta regionale, il presidente Enrico Rossi ha convocato la stampa per illustrare i 25 progetti realizzati o avviati in questi primi 100 giorni, ma appena si è seduto al tavolo in conferenza stampa ha deciso di spostare l'attenzione sull'attualità più stretta.

Che significa riforma istituzionale. L'abbandono del bicameralismo perfetto, certificato ieri dal Senato, apre infatti nuovi scenari per il governo degli enti locali, prime tra tutte le regioni e Enrico Rossi intende approfittarne. 

"Parteciperò in prima persona alla campagna referendaria - ha detto Rossi, riferendosi alla consultazione popolare in programma per la primavera prossima e che certificherà il nuovo assetto istituzionale - perché così la Toscana potrà chiedere maggiori autonomie. L'articolo 116 della riforma permette infatti agli enti con i conti a posto di ottenere maggiori competenze".

Dalla formazione al lavoro, dall'istruzione al governo del territorio. E Rossi auspica anche la promozione dei beni culturali. Una serie di competenze che, se ottenute, trasformerebbero la Toscana nella Regione più autonoma d'Italia tra quelle a statuto ordinario.

Nell'attesa di poter formalizzare la richiesta, ecco che Rossi ha elencato i 25 obiettivi promessi in campagna elettorale e per cui la Giunta si è mossa in questi 100 giorni.

Dai 15 milioni investiti per il ripristino delle aree colpite dalla tempesta del 5 marzo scorso, ai contributi per portare le biciclette pieghevoli in treno, al milione di euro stanziato per migliorare trasporto e assistenza ai disabili

E poi la promozione dell'attività fisica nelle scuole, il sostegno alle imprese manifatturiere e a 100 nuove band giovanili. E poi la sanità, con gli interventi per debellare la meningite C combattere l'osteoporosi e le malattie rare dell'osso.

Senza dimenticarsi delle politiche per sostenere la creazione di orti individuali e quelle per combattere la povertà crescente.