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La Toscana sta finendo l'olio extravergine

Incredibile ma vero, tra sei mesi il "black out". Coldiretti "a disposizione meno della metà dell'olio consumato abitualmente". Corsa alle scorte

In Toscana, terra simbolo dell'extravergine di qualità con 4 Dop e 1 Igp, 93mila ettari di oliveto, 15milioni di piante e 70mila imprese, le riserve potrebbero essere già finite tra sei mesi, tra giungo e luglio. E’ quanto rivela Coldiretti Toscana sulla base di uno studio fornito da Unaprol-Consorzio Olivicolo Italiano.

Secondo la stima quest’anno ogni consumatore potrà contare solo su 3,25 litri di vero extra vergine italiano. Meno della metà del consumo pro-capite di olio extravergine stimato in 7 litri all’anno.

Colpa dell'ultima annata dove la produzione di olive è stata una delle più disastrose che si ricordi, che ha ridotto la capacità di produzione di olio Made in Tuscany anche fino al 90% in molte aree della regione. 

Coldiretti ha chiesto ai consumatori cosa faranno quando non potranno più acqusitare l'olio la cui provenienza è trasparente e garantita.

Il 53% degli intervistati ha confessato di avere attivato un piano di “approvvigionamento” speciale: farà la scorta per evitare di restare senza quando l’olio verde sarà sempre più una rarità anche sugli scaffali della distribuzione organizzata. Un toscano su quattro, il 25%, invece ne ridurrà il consumo. Il 16% dei consumatori continuerà a comprare olio, anche se sarà il frutto ultimo della miscelazione di olive straniere, mentre un 3% mangerà l’insalata scondita. Un 3% ripiegherà verso altre alternative vegetali come olio di sesami, lino o arachidi; solo 1% non comprerà olio.

 “Con il crollo dei raccolti aumenta il rischio di portare in tavola prodotti spacciati per Made in Italy ma provenienti dall'estero, spesso di bassa qualità; – analizza Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana - il consiglio è quello di verificare con attenzione l'origine in etichetta, almeno su quei prodotti come l'olio, il miele e gli agrumi freschi dove è in vigore l'obbligo di indicare la provenienza. Oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di campagna amica”. Ma anche cercare sulle confezioni il caratteristico logo (Dop/Igp) a cerchi concentrici blu e gialli con la scritta per esteso nella parte gialla “denominazione di origine protetta” o “indicazione geografica protetta”, mentre nella parte blu compaiono le stelline rappresentative dell'Unione Europea.