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L'acqua clorata uccide il Covid in 30 secondi

Lo dimostrano i primi risultati di una ricerca dell'Imperial College di Londra, commissionata dall'ente goverativo Swim England

In questi giorni infuria il dibattito sulla riapertura, a partire dal mese di Maggio, delle attività chiuse per contenere l'epidemia di Covid, compresi gli impianti sportivi. La Conferenza delle Regioni oggi ha proposto al governo una serie di linee guida su cui il confronto è aperto.

E proprio in materia di riapertura di piscine è arrivata dalla Gran Bretagna la notizia che i primi risultati di una ricerca condotta dagli studiosi dell'Imperial College di Londra hanno dimostrato che il cloro inattiva il SarsCov2 in circa 30 secondi, rendendo difficilissima la trasmissione del contagio nelle piscine, piene di acqua clorata.

La ricerca ha valutato l'impatto del cloro sul nuovo coronavirus mescolandolo ad acqua con diverse concentrazioni di cloro. E quando la concentrazione è arrivata a 1,5 milligrammi per litro con un ph fra 7 e 7,2, l'infettività del virus è stata abbattuta di mille volte in mezzo minuto.

La ricerca deve essere ancora sottoposta a revisione ma Jane Nickerson, amministratrice delegata dell'ente governativo che l'ha commissionata, lo Swim England, ha dichiarato che "i risultati supportano l'ipotesi che le piscine siano ambienti sicuri se si adottano le misure appropriate". "E' una notizia fantastica per gli operatori, i nostri membri e club, per i nuotatori e per coloro che fanno affidamento sull'acqua per restare fisicamente attivi" ha detto Nickerson.

In Italia le ultime linee guida emanate dal governo per il funzionamento degli impianti sportivi prevedevano un distanziamento di due metri per i frequentatori delle palestre e addirittura di 3 metri, in acqua, per i nuotatori, anche se c'è il cloro. Forse sarebbe il caso di rifletterci sopra.