Arte

I misteri svelati dell'Adorazione di Leonardo

Dopo un delicatissimo intervento di restauro, il grande dipinto è di nuovo esposto gli Uffizi. Prove di capolvaori nascosti al suo interno

In concomitanza con il G7 della cultura in programma per il 30 e il 31 marzo a Firenze, è stata ricollocata nella Galleria degli uffizi l'Adorazione dei Magi di Leonardo Da Vinci. 

Il maestoso dipinto fu ricoverato nel 2011 nell'Opificio delle pietre dure per il grave deterioramento e offuscamento delle superfici pittoriche: in pratica le figure stavano progressivamente diventando così scure da risultare quasi illeggibili. Un lungo restauro ne ha recuperato, dove possibile, i colori e oggi la preziosissima tela è visibile nel'ambito di una mostra in cui è messa a confronto con il l'adorazione dei Magi di Filppino Lippi, quadro gemello dal punto di vista tematico.

Il percorso espositivo mostra anche lo stato dell'opera prima del restauro con un video a corredo che riassume tutte le fasi del recupero. A mostra conclusa, l'Adorazione sarà spostata al secondo piano della Galleria dove sono conservati anche gli altri due capolavori di Leonardo presenti a Firenze: l'Annunciazione e il battesimo di Cristo.

Durante il restauro, i tecnici dell'Opificio hanno scoperto numerosi elementi che evidenziano come l'Adorazione sia stata una sprta di banco di prova per l'artista per altri capolavori come la perduta Battaglia di Anghiarii, la Vergine delle rocce o il San Girolamo.

"Su questo dipinto, che porta la data del 1481, Leonardo ha effettuato sperimentazioni che poi ritroviamo, in forma più compiuta, in altri suoi capolavori - ha spiegato il direttore dell'Opificio Marco Ciatti - La zuffa di cavalieri che vediamo sullo sfondo ricorda molto di quanto sappiamo della Battaglia di Anghiari. Vicino alla vergine c'è la testa di un vecchio che fa pensare ad uno studio del San Girolamo. I riflessi d'acqua sotto i piedi di Maria invece evocano l'effetto visivo che compare nella Vergine delle rocce".

Prima di cominciare il lavoro sulla tela, l'Adorazione è stata esaminata e studiata per quasi un anno con apparecchi diagnostici di ultima generazione. Il restauro vero e proprio è stato organizzato in due parti e realizzato da cinque specialisti.

"Leonardo era avanti di almeno 40 anni nell'evoluzione della pittura" ha commentato Ciatti.