Libertà, sviluppo e sicurezze. Ecco i tre pilastri su cui poggia il programma elettorale di Giovanni Lamioni, classe 1969, maremmano, laureato in scienze politiche, imprenditore e presidente della Camera di Commercio di Grosseto.
Su di lui hanno deciso di puntare Udc e Ncd confluiti nella lista Passione per la Toscana.
Una lista nata dopo la rinuncia di Forza Italia a far parte di un progetto unitario dei moderati, come richiedeva da tempo lo stesso Lamioni, che ora alla domanda se è dispiaciuto per non avere l'appoggio degli azzurri risponde laconico: "E' Forza Italia che ci è rimasta male".
Per dare corpo alla sua proposta Lamioni ha scelto di puntare il dito contro una Regione che in questi anni ha fatto calare dall'alto le decisioni a scapito dei territori: dal piano del paesaggio, approvato nonostante centinaia di osservazioni e critiche, alla riforma sanitaria che secondo Lamioni si concluderà con un'unica Azienda sanitaria, quella di Firenze e la bozza di riforma del turismo.
Per contro Lamioni propone di fare della Toscana una Regione dei Comuni, quasi federale. Ma è sul capitolo infrastrutture che il candidato sembra avere le idee più chiare: la Tirrenica? Meglio il potenziamento dell'Aurelia. Il polo aeroportuale integrato Pisa-Firenze? Un errore che trasformerà il Galilei in un hub di serie B. "La priorità vera per la Toscana - ha detto Lamioni - è la Due mari. Ma su questo siamo ancora indietrissimo".