Arte

L'Arnina, ninfa fluviale di un artista incompreso

L'opera neorinascimentale dello scultore pratese Lorenzo Bartolini in mostra alla Galleria dell'Accademia a Firenze dal 18 novembre all'8 febbraio

Si è concessa una vacanza in Italia la statua dell'Arnina, unica versione in marmo tra sette in gesso realizzate dallo scultore pratese Lorenzo Bartolini tra il 1817 e il 1825. Scomparsa dai radar degli studiosi per anni, infatti, l'opera di uno degli artisti più prestigiosi dell'epoca immediatamente successiva al Canova è stata infatti ritrovata in Inghilterra, all'interno della collezione dello studioso John Kenworthy-Browne.

Una'opera che segna una rottura con il tradizionale modo di raffigurare il dio del fiume Arno come un vegliardo poderoso, tipico dell'antichità prima e del Rinascimento poi, per sostituirlo con una ninfa fluviale dalle forme e dalle linee squisitamente classiche

La mostra, curata da Lia Brunori, oltre a presentare l'Arnina affiancata da una delle versioni in gesso restituite dal Comune di Prato alla Galleria dell'Accademia, è anche l'occasione per ricostruire la personalità di Lorenzo Bartolini. Una serie di documenti esposti, infatti, non solo raccontano la vicenda del ritrovamento della statua, ma disegnano anche la figura dell'artista, osteggiato dai suoi colleghi all'Accademia di Belle Arti di Firenze che gli negarono una cattedra in scultura fino al 1839, dieci anni prima della sua morte.

Il motivo è presto detto: Bartolini aveva fatto propria una battaglia per diffondere uno stile di scultura più legato alla vitalità naturalistica, piuttosto che all'idealità accademica