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Battuta d'arresto per l'export toscano

Dopo 4 anni con segno positivo, il terzo trimestre del 2014 si è chiuso con un -0,3%. Male il distretto dell'oro, cresce la pelletteria fiorentina

La locomotiva delle esportazioni non tira più. La Banca Cr Firenze ha certificato che il terzo trimestre del 2014 si è chiuso con segno negativo, seppur di poco. Un -0,3% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente che va però letto alla luce del +3,7% che si è registrato nel resto dell'anno.

Il dato però non è da sottovalutare perché è in controtendenza rispetto agli ultimi 4 anni e mezzo: i distretti toscani infatti sono cresciuti per 18 trimestri consecutivi.

La contrazione del mercato delle esportazioni è partita da Arezzo, con l'oro che ha perso il 24,3%. E su questo pesa in maniera determinante il crollo del mercato degli Emirati Arabi, - 39,6%.

A questo si somma il calo del distretto di Santa Croce sull'Arno sia nel settore delle conceria che in quello delle calzature (-17,2%) e quello dell'olio che ha perso il 6,7% su Lucca e il 20% su Firenze. 

Note positive arrivano invece dal tessile pratese, +8,2%, e della pelletteria fiorentina che insieme alle calzature ha fatto un balzo in avanti del 13%.

Per quanto riguarda i mercati esteri la crisi ha riguardato in particolare la Russia (-10,9%) e la Turchia (-12,8%), ma anche, un po' a sorpresa, la Cina (-4,5%). Sono cresciuti invece i partner tradizionali della Toscana: gli Stati Uniti, con un +8,4%, la Germania (+11,3%), ma soprattutto la Spagna il cui balzo in avanti ha toccato quota +18,3%.