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Alluvione, da Roma ok al piano da trenta milioni

La protezione civile nazionale ha approvato il piano della Regione Toscana per mettere in sicurezza il territorio. Già conclusi 87 lavori

La protezione civile nazionale ha approvato il piano da trenta milioni per la messa in sicurezza del territorio di Livorno devastato dall'alluvione del 9 e 10 settembre 2017. A darne notizia è stato il presidente della Regione Toscana e commissario Enrico Rossi impegnato nei nuovi sopralluoghi sui cantieri aperti Montenero e alla foce del Rio Ardenza insieme all'assessore alla Protezione civile.

Dieci i milioni del piano destinati alla messa in sicurezza di Rio Maggiore e Ardenza, 8 all'area di Stagno e12 alle spese di soccorso. In tutto la Regione ha stanziato 17 milioni mentre 5 cinque arrivano dal suo bilancio, otto invece quelli di provenienza statale. 

In tutto sono 54 i cantieri aperti nei tre comuni colpiti, per un importo totale di 19 milioni di euro. Sono invece 86 i lavori conclusi e soltanto 7, per complessivi 1,63 milioni di euro, i cantieri che devono ancora partire, ma si farà in modo di avviarli entro fine mese. Il fabbisogno complessivo ammonta a 95 milioni di euro, mentre sono circa 65 quelli disponibili, dei quali quasi 45 stanziati direttamente dalla Regione.

Obiettivo, è stato spiegato, mettere in sicurezza il territorio di Livorno con un ritorno stimato in duecento anni. E ora la Regione punta ad appaltare tutti i lavori in somma urgenza: i primi dovranno essere completati entro marzo, il resto entro la primavera. 

Queste le situazioni maggiormente critiche. Entro metà marzo, ha detto il presidente della provincia, si conta di di riaprire la viabilità in un senso di marcia in via Popogna, la strada che porta a Gabbro. In via di Salviano sono in corso le prove di carico, non ci sono particolari ritardi e si va verso la costruzione del previsto muro. Ai tecnici è stato poi chiesto di pensare a ulteriori interventi per la messa in sicurezza del Rio Maggiore. 

Sul fronte dei ritardi nei rimborsi alle imprese e alle famiglie, poi, la Regione ha spiegato che il problema sta nel mancato inserimento dei finanziamenti nella Finanziaria da parte di Parlamento e Governo.