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Gas, scorte italiane passano anche dalla Toscana

Il 5% del fabbisogno italiano passa al largo di Pisa e Livorno. La sicurezza energetica è al centro delle conseguenze dovute alla guerra in Ucraina.

Rigassificatore

Ormeggiata a circa venti chilometri al largo delle coste tra Livorno e Pisa c'è una infrastruttura che contribuisce alla sicurezza energetica dell'Italia, coprendo il 5% del fabbisogno nazionale.

La guerra in Ucraina e le sanzioni imposte alla Russia hanno fatto scattare un allarme energetico in Europa ad iniziare dall'Italia, maggiore importatore di gas dall'est. Lo ha sottolineato anche il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nella sua informativa al Parlamento sulle conseguenze dirette ed indirette del conflitto in corso nel cuore dell'Europa.

Proprio il Governo italiano pochi giorni prima dell'invasione russa aveva varato un nuovo piano di aiuti per contrastare il costo dell'energia ed il cosiddetto "caro bollette" che ha messo in difficoltà famiglie e imprese alle prese con le prime fatture del 2022 a costi spropositati.

La società Olt Offshore Lng Toscana, partecipata da Snam e First Sentier Investors che gestisce il rigassificatore Fsru Toscana, ha dichiarato con una nota di essere a pieno regime e di scaricare una nave a settimana.

La capacità di rigassificazione è di 3,75 miliardi di standard metri cubi di gas all'anno, pari al 5% del fabbisogno.

Giovanni Giorgi e Maurizio Zangrandi amministratori di Olt hanno ricordato che dal 2013 l'impianto riceve gas da varie zone del mondo, dall'Algeria al Camerun passando per Egitto, Guinea Equatoriale, Nigeria e Norvegia, ed ancora dal Perù, Qatar, Trinidad e Tobago e dagli Stati Uniti.