Attualità

Meduse luminose minacciano il pesce azzurro

La loro presenza si è fatta sentire lungo le coste della Toscana. La loro proliferazione massiccia costituisce una grave minaccia per il pesce azzurro

Noce di mare - foto Arpat

Una nuova minaccia si aggira nei mari e mette a rischio il pesce azzurro di cui l'Italia è tra i grandi fornitori. L'allarme di Fedagripesca-Confcooperative riguarda anche la Toscana oltre a Friuli Venezia Giulia e Marche.

Non solo ungulati e predatori che entrano nelle città, piante aliene che attecchiscono lungo il corso dei fiumi, ma anche nel mare l'ecosistema è cambiato nel corso degli ultimi anni.

Furti di pesce e novellame e danni alle reti, sono questi i rischi dovuti al proliferare delle noci di mare, meduse dal corpo gelatinoso e trasparente, non urticanti per l'uomo ma quando di notte si illuminano nei pressi delle nasse spaventano i pesci. Si nutrono di uova e di larve di pesce e rappresentano una grave minaccia per gli habitat marini autoctoni.

L'ultimo avvistamento massiccio è arrivato dagli allevatori di vongole del delta del Po. La specie marina ha fatto la spola tra America e Mar Nero a causa delle alte temperature e sono arrivate nel Mediterraneo. L'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale ha creato una App per segnalare gli avvistamenti.

Già nel 2011 Arpat Toscana si è occupata delle meduse luminose nel mare toscano.

"Ci sono state varie segnalazioni della presenza nel mare toscano di una specie di ctenoforo tentacolato, la cosiddetta noce di mare che assomiglia alle comuni meduse, ma che non è urticante" così Arpat nell'estate 2011.

L'Agenzia regionale per l'ambiente spiegava "Può esserci preoccupazione in relazione alla sua capacità di compromettere gli stock ittici, sia attraverso una competizione per le risorse, sia a causa della dieta costituita, come detto, prevalentemente da uova e larve di pesce. In tal senso Mnemiopsis leidyi è in grado di condizionare interi ecosistemi e ridurre drasticamente l’ittiofauna delle aree che riesce a colonizzare, naturalmente se ciò avviene in grandi quantità. Ecco perché questa specie è da tempo sorvegliata e le sue segnalazioni sono molto importanti. Arpat nell’ambito del suo lavoro di monitoraggio dell’ambiente marino, registra anche questi fenomeni che trasmette a Ferdinando Boero dell’università del Salento che coordina, a livello internazionale, il progetto sulle meduse e affini del Mediterraneo. Mnemiopsis leidyi è stato introdotto incidentalmente per la prima volta nel Mar Nero nel 1980 tramite le acque di zavorra delle navi. Nel 1989, la popolazione di questo ctenoforo nel Mar Nero aveva raggiunto il livello più alto, con circa 400 esemplari per metro cubo di acqua. Ciò ha causato un drastico calo delle popolazioni ittiche, in particolare l’acciuga ha conosciuto un declino che ancora oggi non è stata in grado di recuperare. Questo ha determinato grossi problemi all’economia della pesca di molti Paesi del Mar Nero".