Cronaca

La mafia e quell'albergo sul lungomare

L'indagine che coinvolge il costruttore trapanese Bulgarella riguarda anche l'acquisto e la ristrutturazione del Grand Hotel Palazzo

Gli accertamenti fatti in seguito all'acquisto e alla ristrutturazione del Grand Hotel Palazzo, sul lungomare di Livorno, sono stati fra i punti di partenza dell'indagine della Dda di Firenze, che ipotizza contatti mafiosi per il costruttore trapanese, trapiantato a Pisa, Andrea Bulgarella. In quell'operazione, l'imprenditore siciliano ha investito 37 milioni di euro.

"L'acquisto e la ristrutturazione del Grand Hotel Palazzo, tramite la società Livorno Touring srl - scrivono i  magistrati nel decreto di perquisizione - è stato particolarmente impegnativo sul piano finanziario. Dall'analisi dei documenti di Livorno Touring srl, si rileva infatti che la società, costituita con un capitale sociale di appena 10 mila euro, ha sempre operato in perdita, accumulando debiti per un notevole importo". 

Oltre l'aspetto finanziario, a destare sospetti negli inquirenti ci sono anche i rapporti di fornitura che l'imprenditore stipula con "elementi di spicco della mafia trapanese, come Girolamo Bellomo detto Luca, un imprenditore palermitano coniugato con la nipote di Matteo Messina Denaro, finito in carcere il 17 novembre 2014 con l'accusa di associazione mafiosa".