Attualità

Logopedisti in allarme: "Ci serve una laurea vera"

In Europa dura 5 anni, da noi solo 3. Dal 2016 l'Ue aprirà alla libera circolazione dei professionisti sanitari ma gli italiani saranno tagliati fuori

Ogni anno in Italia circa 700 mila bambini, compresi i figli di genitori stranieri, manifestano disturbi nel linguaggio. In Toscana sono 5000 d'età compresa tra i 3 e i 5 anni. Nel 70% circa dei casi questi disturbi si traducono in balbuzie, dislessia o difficoltà di redazione di un testo alfanumerico appena superati i 7 anni.

Ad occuparsi di questo problema sono tra i 12 e 15 mila logopedisti, di cui 1500 circa attivi in Toscana, che si sono ritrovati a Firenze al congresso nazionale della Federazione logopedisti italiani. Un'occasione imperdibile per lanciare un appello alle ministre della Sanità, Beatrice Lorenzin, e dell'Istruzione, Stefania Giannini, affinché riformino il sistema di accesso alla professione. Ora basta una laurea triennale, ma la Fli chiede che si arrivi a un percorso universitario unico di 5 anni. Solo così le professionalità italiane saranno parificate a quelle del resto d'Europa, Francia in primis. 

Anche perchè, altrimenti, nel 2016 i logopedisti italiani rischieranno di essere tagliati fuori "dal mercato". Una direttiva europea permetterà infatti la libera circolazione dei professionisti della sanità, ma con la loro laurea breve gli italiani non saranno abilitati a lavorare all'estero, mentre gli stranieri potranno venire in Italia.

Per il resto il congresso di Firenze è stato utile per ribadire alcuni accorgimenti necessari a prevenire da parte dei genitori lo sviluppo di difficoltà del linguaggio. Gli step da tenere sotto controllo sono i 18 e i 30 mesi. Il bambino entro quella data deve saper parlare o comunque mostrare voglia di comunicare. Altrimenti è meglio rivolgersi a uno specialista, che consiglierà tra le altre cose ai genitori alcuni giochi per migliorare le proprietà di linguaggio dei più giovani. Molto utili in questo senso sono i tablet e le nuove tecnologie, ma anche il gioco delle imitazioni a quello del "far finta" fino alla tombola sonora e al girotondo delle rime.