Dopo sette anni e sette mesi ancora una volta i familiari delle vittime della strage di Viareggio si sono ritrovati davanti al polo fieristico di Lucca per la 145ma udienza del processo per individuare i responsabili del disastro. ''Viareggio 29-6-2009 niente sarà più come prima'' è lo striscione con le foto di tutte le vittime che ha aperto il corteo silenzioso dei familiari. Con loro anche una rappresentanza dei macchinisti delle Ferrovie e una bandiera del gruppo delle ''Tartarughe lente''. Chiudevano il corteo alcuni gonfaloni tra cui quello della Regione Toscana.
Per assistere all'udienza, la prima si tenne nel novembre 2013, è già arrivato anche il sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro: "La città chiede da tanti anni che giustizia venga fatta, e con il massimo rispetto delle istituzioni della magistratura e dei giudici, credo - ha detto prima di entrare - che le famiglie e la stessa città di Viareggio abbiano diritto ad avere risposte".
Gli imputati, 33 tra
persone fisiche e aziende, sono accusati a vario titolo di disastro
ferroviario colposo, omicidio colposo plurimo incendio colposo e lesione
colpose gravi e gravissime. Tra gli imputati anche l'ex ad di Ferrovie
dello stato Mauro Moretti (l'accusa ha chiesto 16 anni di carcere), l'ex ad Rete Ferroviaria Italiana Michele Mario Elia e l'ex ad di Ferrovie dello Stato Logistica Vincenzo Soprano. Nessuno degli ex vertici è presente in aula.
I familiari delle 32 vittime non hanno disertato neppure un'udienza del lunghissimo processo: sempre presenti con i loro cartelloni, con le magliette bianche con le foto delle vittime che anche oggi occupano 32 sedie nello spazio riservato al pubblico nell'aula ricavata all'interno del polo.