E' partita la mobilitazione in tutta Italia per chiedere il rilascio di Gabriele Del Grande dopo il diniego delle autorità turche di farlo incontrare con la delegazione consolare italiana. Il documentarista e regista di origini lucchesi è trattenuto da 10 giorni in stato di fermo nel centro di detenzione di Mugla in Turchia.
Gabriele Del Grande quando è stato fermato si trovava in una zona di confine tra la Turchia e la Siria, ad Hatay, e stava raccogliendo alcune informazioni per scrivere un libro sulla nascita dell’Isis. Secondo le autorità turche non aveva i permessi per svolgere il suo lavoro. Solo ieri, dopo nove giorni di silenzio, è riuscito a contattare la compagna e la famiglia per dire che sta bene e annunciare l'inizio dello sciopero della fame.
E a Lucca centinaia di persone si sono ritrovate per la mobilitazione riunita sotto l’hashtag #iostocongabriele. Una marea che è partita da Lucca, città natale di Gabriele, ma è arrivata anche a Pisa, Torino e Milano, per chiedere che venga subito liberato dallo Stato Turco.
Alla manifestazione sotto al loggiato di Palazzo Pretorio a Lucca anche il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e il sindaco di Lucca Alessandro Tambellini.
Intanto dalla Farnesina arriva la notizia, che il ministro degli esteri Angelino Alfano è riuscito a parlare con il ministro turco Mevlut Cavusoglu: "Ho ribadito - ha detto Alfano - la nostra ferma richiesta per il rilascio immediato di Gabriele Del Grande", e ha aggiunto di aver ricevuto il "massimo impegno" dal governo turco sul fatto che "le procedure verranno concluse al più presto".
"La vicenda procedurale in corso - ha aggiunto Alfano - non può in alcun modo impedire l'assistenza legale e ogni forma di sostegno e assistenza a Gabriele Del Grande. Io ho chiesto che il tutto venga concluso nei termini più rapidi possibili e abbiamo chiesto ulteriormente che sia fornita tutta l'assistenza consolare e legale".
In Turchia, il dossier viene considerato "di massima sensibilità". A suggerire che le procedure per il rimpatrio del reporter "potrebbero essere non brevi" è il presidente della Commissione diritti umani, Luigi Manconi, secondo cui nelle presunte accuse a carico di Del Grande, tuttora non formalizzate, sarebbero emersi "profili di sicurezza nazionale". Per questo, spiega Manconi, che si è fatto portavoce anche dei familiari, "oggi è indispensabile una mobilitazione" e "una stretta alleanza con le istituzioni per restituire Gabriele alla libertà".
E in tutta Italia si moltiplicano le mobilitazioni e i cortei per Gabriele Del Grande, e sabato tocca a Palermo. L'iniziativa si svolgerà a partire dalle 16 ai cantieri culturali della Zisa. A intervenire saranno Alessio Genovese, reporter che ha collaborato in diverse occasioni con Del Grande, e Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. L'iniziativa si svolgerà durante la seconda giornata di "Diritti in cantiere" organizzata da Amnesty International Italia.