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L'utopia degli Stati Uniti d'Europa

Secondo l'Aiccre il semestre europeo a guida italiana è l'occasione giusta per riproporre un diverso rapporto centro-periferia, partendo dal lavoro

"Gli enti locali, Comuni e Regioni, devono farsi promotori di petizioni a favore dello sviluppo e di politiche a sostegno del lavoro su scala europea. Solo così si potranno superare alcuni conservatorismi e tecnicismi che a Bruxelles sono la regola". A parlare così è Vincenzo Menna, segretario generale dell'Aiccre, Associazione italiana per il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d'Europa, che punta a rivedere il rapporto tra centro e periferia nella gestione delle politiche dell'Ue. Riproporre cioè il progetto degli Stati Uniti d'Europa, tanto caro ad Altiero Spinelli.

Un argomento trattato durante il convegno organizzato dall'Aiccre a Palazzo Panchiatichi, sede del Consiglio regionale, e cui hanno partecipato, tra gli altri, Giuliano Fedeli e Stefania Fuscagni. "Sugli scenari internazionali spesso l'Europa non arriva con una voce univoca, ma con una pluralità di voci frammentate - ha detto il vicepresidente del Consiglio regionale, Giuliano Fedeli - e questo non va bene". Fedeli ha lanciato una stilettata anche alla classe politica italiana: "Non è possibile che prima si condividano decisioni a Bruxelles e poi rientrati nei propri paesi si punti il dito contro decisioni prese a Bruxelles" ha concluso Fedeli.

Il segretario generale dell'Aiccre, Menna, ha invece plaudito alla gestione di questi primi mesi del Consiglio europeo da parte del premier Matteo Renzi che, ha detto Menna "Ha già ottenuto 3 risultati: un allentamento della politica di austerità e rigore importata dalla Commissione europea, con i 300 miliardi in 3 anni promessi da Junker per la crescita, una presa di coscienza da parte dell'Ue che la questione dell'immigrazione non può essere affrontata solo dai paesi che si affacciano sul mediterraneo e il fatto che l'emergenza lavoro sia tornata al centro del dibattito". 
Occorre però fare di più, con i cittadini dei singoli paesi che, secondo Menna, devono interessarsi dell'Europa in prima persona, proponendo e sottoscrivendo petizioni a sostegno di politiche attive per lo sviluppo del lavoro. E non soltanto.