Cronaca

Centri massaggi a luci rosse, stroncato giro di squillo

Un uomo e una donna sono finiti in arresto per reclutamento, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Uno dei centri era anche abusivo

Un giro di squillo tra la provincia di Grosseto e la Valdicornia all'interno di due centri massaggi di cui uno abusivo è stato scoperto e smantellato dai carabinieri di Follonica nell'ambito di un'indagine coordinata dalla procura di Grosseto e che ha portato a due arresti, con misura cautelare di custodia in un caso in carcere e nell'altro ai domiciliari.

Raggiunti dalle misure sono un uomo e una donna ritenuti responsabili - a esito delle indagini condotte anche mediante attività di intercettazione telefonica e ambientale - di reclutamento, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione di diverse ragazze.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti la donna, formalmente titolare del centro massaggi nel Livornese e di fatto anche di quello abusivo in Maremma, si sarebbe direttamente occupata di reclutare le ragazze, di pubblicare sul web gli annunci e di gestire appuntamenti, orari e tariffe per le prestazioni trattenendo poi metà dei proventi. A carico delle ragazze sarebbero state accollate anche le spese per l 'affitto dei locali, per la pubblicità online, per il vitto e per altre necessità. E' per lei che si sono aperte le porte del carcere.

L'uomo invece è stato sottoposto ai domiciliari: secondo gli investigatori avrebbe aiutato la donna occupandosi delle necessità quotidiane materiali delle ragazze facendo la spesa e acquistando generi di prima necessità nonché proteggendo le attività illecite dalle forze dell'ordine anche rapportandosi direttamente con i clienti e fornendo alla donna consigli e suggerimenti per eludere i controlli nell'ambito delle sue attività.

Non è stato sufficiente perché i carabinieri sono partiti da alcuni annunci pubblicitari espliciti e dall'analisi dei tabulati telefonici relativi ai numeri presenti anche nelle insegne dei due centri per risalire fra osservazione, controllo e pedinamento, testimonianze e intercettazioni, alla natura delle attività che si svolgevano lì dentro.

Ciascuna ragazza adibita alia prostituzione avrebbe assicurato ai due indagati di ottenere profitti variabili tra 7.000 e 10.000 euro al mese in contanti.